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di STEFANIA PAPALEO
Dopo i tagli alle borse di studio da parte della Regione Calabria, è l’accorpamento delle scuole di specializzazione da parte del Governo a rappresentare un vero pericolo per il futuro dei neo-laureati calabresi. Ben 16 Scuole di specializzazione dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro (Audiologia e Foniatria, Biochimica Clinica, Cardiochirurgia, Chirurgia dell’Apparato Digerente, Chirurgia Maxillo-faciale, Chirurgia vascolare, Farmacologia, Gastroenterologia, Genetica medica, Malattie Infettive, Medicina dello Sport, Medicina Legale, Microbiologia e Virologia, Neurochirurgia, Otorinolaringoiatria, Patologia Clinica), infatti, saranno accorpate all’Università Federico II di Napoli e all’Università di Bari, con l’assegnazione a queste ultime del ruolo di capofila, sulla scia di quanto disposto da quel decreto Gelmini che ha anche assegnato 5000 borse ministeriali destinate alle Specializzazioni mediche, ignorando le richieste della Conferenza Stato-Regioni sulle reali esigenze dell’intero territorio nazionale (8848 borse).
Una vera e propria tegola per l’Ateneo, i cui risultati perseguiti negli ultimi anni hanno contribuito ad arginare la cosiddetta “fuga dei cervelli” che, alla luce degli ultimi accadimenti, potrebbe inevitabilmente ricominciare, con danni inevitabili per l’intera regione. Da qui la ferrea presa di posizione dell’intero corpo docente, con le dimissioni già rassegnate da parte di Vincenzo Guadagnino, titolare della Cattedra di specializzazione di Malattie infettive, e quelle paventate da colleghi di altre cattedre. Ma neanche il preside Giovambattista De Sarro pare intenzionato a restare a guardare e nel corso di un incontro con una delegazione di studenti ha stigmatizzato la decisione del governo, giudicandola gravemente lesiva dell’Università di Catanzaro e fortemente penalizzante per i giovani laureati calabresi.
Preside De Sarro, quali le conseguenze di questo accorpamento disposto dal decreto Gelmini?
«Questo vuol dire che la guida amministrativa delle 16 Scuole di Specializzazione del nostro Ateneo viene trasferita da Catanzaro a Napoli Federico II e Bari e che i concorsi di ammissione saranno svolti presso queste due Università e non più a Catanzaro. Ecco perché tale decisione è gravemente lesiva dell’Università di Catanzaro, che viene di fatto espropriata di ben 16 Scuole di specializzazione, e penalizza fortemente i nostri giovani laureati, che dovranno sopportare costi elevati per frequentare altre sedi universitarie. La Facoltà di Medicina, in pratica, viene di fatto depotenziata proprio perché 16
delle nostre Scuole di specializzazione saranno gestite da altre Università».
Ma come si è arrivato a tanto?
«Una decisione così grave e penalizzante per il nostro Ateneo è stata assunta dal
Miur (ministero università e ricerca) senza una preventiva e doverosa consultazione degli organi accademici, come richiede l’autonomia universitaria. Inoltre, il Decreto ministeriale dell’1 agosto del 2005, con il quale si stabilisce che per ciascuna Scuola di specializzazione il numero di studenti iscrivibili non può essere inferire a tre per anno, sembra essere valido solo per l’ateneo di Catanzaro, dal momento che, nello stesso decreto, si afferma che i “mega Atenei”, come La Sapienza di Roma, possono continuare a mantenere più scuole di specializzazione della stessa tipologi, mentre gli Atenei di Cagliari, Sassari, Genova, Palermo e Messina conservano, sempre in difformità alla legge, alcune Scuole di specializzazione con una sola borsa di studio.
Lo stesso dicasi per le università private, come San Raffaele a Milano e il Campus biomedico a Roma. E Catanzaro?
«Ancora una volta la Calabria, e la città di Catanzaro in particolare, vedono “scippate” dal governo nazionale (come è avvenuto per la scuola di magistratura) le istituzioni già consolidate negli anni, che avevano prodotto risultati eccellenti. Vengono, inoltre, private dei migliori cervelli, che necessariamente dovranno “emigrare” per completare la loro formazione».

1|8]Leggi l’intervista completta su “Il Quotidiano della Calabria”, oggi in edicola

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