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di RINO TEBALA
Momenti di tensione al Centro di S.Agata, ieri pomeriggio, durante la fase finale della seduta di allenamento della Reggina che ha disputato una partita in famiglia a porte chiuse. Un gruppo di tifosi, una ventina circa, ha superato le transenne che delimitano la zona di passaggio da quella di allenamento, ogni qual volta le sedute si svolgono a porte chiuse, come quella di ieri appunto, e si
è diretta verso il campo numero due dove la squadra si stava allenando. In quel momento, il presidente della Reggina, Lillo Foti stava per lasciare il campo in auto quando, incrociando i tifosi lungo il vialetto di accesso ai campi, ha pensato di far notare che non sarebbe stato possibile assistere alla partita.
Probabilmente lo ha fatto con animosità, nel tentativo di proteggere la squadra, e
per questo è stato preso di mira dagli stessi tifosi, forse indispettiti. Sono volate parole grosse ed offensive, ma in quel momento c’era poca gente nei paraggi ed i soli testimoni dell’accaduto sono stati i giocatori ed il personale
della società presente in quel momento. Quando il presidente è sceso dalla sua
auto è stato accerchiato e c’è stato qualche spintone. Si è rischiato la rissa. E’ così intervento il personale e qualche giocatore per tentare di allontanare i tifosi e poco c’è voluto che si venisse alle mani. La squadra ha anche interrotto
l’allenamento e subito dopo è intervenuta anche una volante della polizia per riportare la calma. Gli animi si sono subito calmati, ci sono stati dei chiarimenti e dagli insulti e dalle parole grosse si è passati al dialogo ed al confronto, fermandosi entrambi alle sole aggressioni verbali.
Resta il fatto che la presenza dei tifosi ha turbato la giornata di lavoro della
squadra che si trova in grave ritardo in classifica e che sta cercando di preparare bene la gara di Pasqua con l’Udinese per tentare, in extremis, un recupero difficile, ma non impossibile. Per la Reggina ci sono poche chance di salvezza, è vero, ma la squadra vuole provare fino in fondo a riaprire il campionato. I tifosi, invece, credono un po’ meno a questo miracolo e non hanno gradito qualche recente prestazione della squadra, apparsa abulica e priva di mordente. Per questo motivo, probabilmente, quei pochi tifosi hanno cercato di raggiungere il campo di allenamento, tentando di inscenare la loro contestazione che il presidente Foti ha sventato energicamente. Qualcuno afferma che i venti tifosi si siano avvicinati al campo di allenamento civilmente, ma sarebbe stato più opportuno scegliere un momento diverso per manifestare tutto il dissenso possibile e immaginabile, non certo il giorno in cui la seduta era stata programmata a porte chiuse. Qualcuno sostiene, invece, che Foti non sia stato tenero nel chiedere di allontanarsi, ma è comprensibile visto il momento difficile che sta attraversando ed il diffuso nervosismo che attanaglia dirigenti e squadra. Si può quindi pensare, che lo spiacevole fuori programma sia stato causato dagli errori commessi da entrambi che, alla fine, ha solo prodotto un
effetto negativo sulla squadra che non si è potuta allenare fino in fondo e che è stata caricata di ulteriori tensioni. Il presidente Foti, in ogni caso, ha voluto fare da scudo ai giocatori, ancora una volta.
Il massimo dirigente crede sempre nella salvezza e non vorrebbe lasciare nulla di intentato per centrare l’obiettivo fino alla fine del campionato. Anche per
questo, come pare abbia detto subito dopo l’accaduto, non ammette ingerenze dall’esterno, in questo delicato momento, cercando di tenere la squadra lontana da polemiche e contestazioni, per preparare con serenità il difficile tentativo di rimonta. La stessa società ha diramato un comunicato che è anche il pensiero del presidente: «Quest’oggi, al Centro Sportivo S.Agata, si è svolta la consueta partitella infrasettimanale.
Nella parte finale è avvenuto un fatto spiacevole. Un gruppo di persone è intervenuto non con lo spirito di sostegno, come dovrebbe essere in questo particolare momento del campionato, ma dimostrando poca sensibilità nei confronti di chi lavora per raggiungere un obiettivo ancora perseguibile».

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