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di MATTEO COSENZA
I Magnifici rettori, mettiamo, della “Bocconi” di Milano o della “Sapienza” di Roma o della “Federico II” di Napoli non oserebbero neanche pensare di ufficializzare con tanto di convenzione un canale privilegiato di informazione con uno dei quotidiani della loro area geografica.
L’università che educa e forma nuove classi dirigenti e che dà il cattivo esempio? Assurdo. Il dubbio non ha sfiorato il magnifico Giovanni Latorre dell’Unical, che annuncia sul sito un’iniziativa editoriale settimanale di comunicazione delle molteplici attività dell’ateneo su un quotidiano locale. Potrebbe perfino passare per un peccato veniale se si limitasse a registrare l’interesse dell’organo di informazione a fare, come è giusto, il suo lavoro.
Il fatto è che, sempre da sito, si apprende che «l’iniziativa sarà coordinata dal responsabile delle relazioni esterne e comunicazione (segue nome, cognome, numero di telefono e indirizzo mail, ndr), con il quale è possibile definire ogni aspetto organizzativo riguardo a questa collaborazione». Se l’italiano è ancora una lingua chiara, vuol dire che l’Unical si fa carico del coordinamento dell’iniziativa cercando e veicolando le informazioni al servizio di un organo di informazione. Si potrebbe anche constatare che il coordinamento viene affidato a chi già lavorava per detto organo di informazione e che contemporaneamente svolgeva, con non poco imbarazzo da parte degli altri operatori dell’informazione assordati peraltro dal fragoroso silenzio dei loro organismi di categoria, il ruolo di portavoce del rettore dell’Unical, e che da qualche tempo, riteniamo con regolarissimo concorso, è diventato a pieno titolo un dipendente dell’università.
Complimenti e auguri al collega, ma la questione è un’altra. E’ normale che un’università pubblica che dovrebbe mantenere un rapporto trasparente e paritario con la società nel suo complesso e con tutte le sue voci si comporti in questa maniera? Dicevamo che il paragone con le altre università italiane è improponibile tanto da essere tentati dalla voglia di chiosare: è la Calabria, bellezza. Ma non è esattamente così. Immaginate che cosa accadrebbe se Loiero facesse quello che ha fatto Latorre incaricando il suo portavoce di coordinare l’esclusiva attività di comunicazione, mettiamo, per il Quotidiano. Ma Loiero, che è un uomo delle istituzioni, non è neanche sfiorato dall’idea di compiere una così plateale e controproducente violazione delle regole di correttezza e del buon gusto. E non la concepiscono neanche i sindaci Scopelliti o Perugini, Olivo o Sammarco, o anche i rettori della Magna Grecia e della Mediterranea.
Figuratevi poi se una cosa del genere sarebbe potuta venire in mente ad un uomo di forza e qualità come il compianto Nino Andreatta che rese grande l’Unical. Confronti impossibili.

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