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Quattordici persone si sono affidate ai giudici del riesame per riavere indietro la propria laurea finita sotto sequestro nell’ambito della maxi inchiesta sulla presunta compravendita di esami all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.
Cinque di questi però, ieri, hanno dichiarato di rinunciare alla propria istanza, mentre per altri dieci è arrivato il diniego da parte del collegio, presieduto da Adalgisa Rinardo (a latere: Cuteri e Natale).
In particolare, ad incassare il rigetto dell’istanza sono stati Raffaele Anello, 1971, Vibo Valentia; Geltrudemaria Caruso, nata a Cosenza 1969, residente a Rossano; Maria Casuscelli, nata a Catanzaro il 1974 e residente a Stefanaconi; Achille Costantino Comito, nato a Magenta il 1972, residente Vibo Valentia; Giacinto Feraudo, 1977, Cosenza; Antonio Gotto, 1973, Vibo Valentia; Angela Olivadese, nata a Catanzaro il 1974 e residente a Girifalco; Mariangela Santoro, nata ad Hagen il 1976 e residente a Savelli; Antonio Nicola Zannino, nato a Locri nel 1968 e residente a Monasterace.
Inammissibile invece, in virtù della rinuncia espressa dagli interessati, è stato dichiarato il ricorso di Antonio Aiello, 1968, nato a Saronno e residente a Catanzaro (recentemente sospeso in via cautelare dall’Ordine degli avvocati di Catanzaro, presieduto da Giuseppe Jannello), Vittorio Colacione, 1977, di Catanzaro; Salvatore De Rose, nato a Pordenone il 1979 e domiciliato a Cosenza; Giuseppe Raspone, nato a Paola il 1976 e residente a San Costantino Calabro; Ezio Surace, 1970, di Catanzaro.
Le accuse vanno dalla corruzione al falso ideologico e materiale del pubblico ufficiale in atto pubblico, falso per indurre in errore l’Ateneo, soppressione e distruzione di atti, esercizio abusivo della professione nel caso degli avvocati e dei praticanti che svolgono regolarmente attività forense nei vari fori della Calabria. I sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, supportati nelle indagini dai carabinieri che, nel complesso, hanno fatto scattare i sigilli su 43 titoli di laurea, avrebbe permesso all’ex funzionario responsabile della segreteria degli studenti, Francesco Marcello, di elargire voti gonfiati o per esami mai sostenuti a chi era disposto ad offrire anche poche migliaia di euro per raggiungere più facilmente l’ambito traguardo.
I magistrati hanno poi ottenuto l’arresto e il patteggiamento della pena a tre anni di reclusione di Francesco Marcello. Da lì era stato un susseguirsi di accuse a carico di ulteriori neo laureati, che, nel peggiore dei casi, rischiano la confisca della laurea. Nei prossimi giorni saranno discussi i ricorsi degli altri laureati indagati che reclamano la restituzione del loro titolo.

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