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Indignazione è stata espressa dal presidente della giunta regionale Agazio Loiero quando l’altro ieri ha letto sulle agenzie di stampa le ultime dichiarazioni rilasciate dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi(nella foto), che da settimane, andando in giro per l’Italia, prende ad esempio negativo la Calabria in fatto di sanità.
Ieri a difesa di Loiero è intervenuto il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani: «Le critiche generalizzate non aiutano – ha detto -. Si deve invece lavorare insieme per un servizio sanitario nazionale per tutti, che offra qualità e appropriatezza, che investa molto sul territorio e tenga in ordine i conti». «Tutte le Regioni, ed in particolare le Regioni del Mezzogiorno, hanno dimostrato consapevolezza di fronte a compiti gravosi. Di fronte a ciò – ha affermato Errani – mi dispiace sottolineare come non aiutino affermazioni di critica generalizzata come quelle pronunciate ieri a Milano dal Ministro Sacconi. Affermazioni che contengono poche eccezioni e risultano in qualche caso addirittura liquidatorie, come nei riferimenti alla Calabria.
Penso invece – ha sottolineato – che il Governo ed il sistema della Regioni (e non solo le cosiddette «virtuose») assieme debbano lavorare alla sfida decisiva che vogliamo vincere: quella per un servizio sanitario nazionale per tutti, che offra qualità e appropriatezza, che investa molto sul territorio e tenga in ordine i conti. E risolvendo il tema dell’adeguato finanziamento del prossimo Patto per la salute 2010/12, vista la grave sotto-stima contenuta nell’ultima Finanziaria, come da tempo denunciano le Regioni».
Il ministro Sacconi, parlando a Milano aveva dichiarato che i piccoli ospedali che gestiscono fino a un massimo di 20 posti letto «sono un pericolo pubblico» per il servizio sanitario nazionale, celebrando invece il Nord, dove «si è fatta
un’operazione coraggiosa – ha detto – cioè quella di chiudere molti ospedali», mentre al Sud, a distanza di 30 anni, «il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero si rende finalmente conto che è giunta l’ora di chiudere gli ospedali da 20 posti letto, definendola un’impresa dura. È una situazione inaccettabile», aveva detto, aggiungendo che pensando alla Calabria «mi viene da ridere per non piangere».
Dura anche la reazione del consigliere regionale del Pd Franco Pacenza il quale ha voluto ricordare quello che «il centrodestra di Sacconi ha fatto negli anni tra il 95 e il 2005 in cui era al governo della Regione».
«Anche rispetto al disavanzo dalla nostra regione ha detto Pacenza – non si può sottacere che la Calabria rappresenta la Regione con la più bassa quota proc-apite in materia di fondo sanitario nazionale. Non è più accettabile che un cittadino calabrese riceve poco più di 1500 euro l’anno e uno del Nord, invece, 2200 euro».
Infine, sul progetto di legge che giovedì andrà in consiglio regionale sostiene
che «va sicuramente rafforzato»; per il piano di rientro «si deve indicare dove si attingono le risorse») e sia rispetto ai «parametri fondamentali su cui costruire il risanamento e la riorganizzazione».
Anche per quanto riguarda la riorganizzazione della rete ospedaliera, per Pacenza «deve essere esplicitata». Inoltre ci deve essere «un piano strategico sulla mobilità passiva», perché «il più grande ospedale della Calabrie è fuori dalla regione dove tanti cittadini si vanno a curare».
Pacenza non nasconde le difficoltà politiche: «Siamo consapevoli che il piano di rientro per i debiti della sanità è sicuramente la prova più difficile dopo anni di regionalismo. Anni di sregolatezza – aggiunge – hanno prodotto non solo un salasso finanziario ma di fatto, hanno impedito la costruzione di un vero e proprio sistema sanitario regionale».

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