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ROMA – Le dichiarazioni del commissario Ue all’Industria Guenter Verheugen, rilasciate a una radio tedesca hanno definito Fiat un gruppo «altamente indebitato» e hanno lanciato i dubbi sulla reale possibilità che il Lingotto possa portare avanti le operazioni Chrysler e Opel. Subito lo scontro Roma e Bruxelles.Ed è chiaro che anche la Basilicata, con un occhio al destino e alle possibilità per lo stabilimento Sata di Melfi, guarda con attenzione al caso.
Dalla casa torinese sono arrivate le rassicurazioni («non è stata predisposta al momento alcuna offerta per l’acquisizione di quote di partecipazione in Opel») rincarate dal ministro degli Esteri Frattini che ha accusato il commissario di interferire nelle scelte industriali di soggetti privati. Non si è fatta attendere la replica di Marchionne: «Dal commissario responsabile per l’impresa e l’industria mi sarei aspettato un dialogo costruttivo con i produttori europei per risolvere i problemi che stanno impattando negativamente sull’industria invece di sentenze di morte, scegliendo unilateralmente chi debba sopravvivere».
In discussione la “terzietà” di Bruxelles.
In difesa dell’autonomia di iniziativa delle imprese, compresa la Fiat, interviene anche il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: «Se quello che è stato riportato corrisponde a quanto detto, credo sia un atteggiamento grave e fuori luogo che, in un certo senso, distrugge l’Europa».
La polemica cresce. Fino alla replica del portavoce di del commissario all’Industria, Ton Van Lierop. Verheugen – spiega – non intendeva essere scortese nei confronti della Fiat, ma solo dire che servono più informazioni. ma il caso, ormai, è scoppiato.

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