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POTENZA – Usa una metafora, il vicepresidente della Consulta cittadina sulla scuola, Egidio Basile (a destra nella foto). Nella polemica che vede contrapposte le istituzioni cittadine all’Ufficio scolastico regionale sulle modifiche al piano di riordino scolastico, «è come voler parlare di edilizia. Se c’è un cambio di destinazione d’uso, la superficie dell’immoboile non cambia. Ecco, nel riordino comunale, il numero dei punti di erogazione non è certo aumentato, anzi, le direzioni scolastiche sono diminuite da 12 a 10». Proprio questo uno dei punti su cui il direttore dell’Usr, Franco Inglese, aveva giustificato le modifiche al piano comunale ratificato in quello regionale approvato dal consglio regionale lo scorso 13 marzo. Ha segnalato l’aumento dei punti di erogazione (per cui sono stati calcolate anche alcune scuola materne comunali cedute allo stato in alcune contrade dove già sono in edifici in cui è presnte una scuola elementare). Ma Egidio Basile non si riferisce a un “dato tecnico”. «Mi preme far rilevare – spiega – che si è trasformato il modello di organizzazione scolastica che la città si era data». Puntando tutto sull’istituzione degli istituti comprensivi, «come per altro chiesto dallo stesso ministero»: un’unica direzione dalla scuola materna alla media.
A conti fatti, «è una questione politica, non tecnica. La regione ha dato all’ufficio scolastico la possibilità di interpretare una legge regionale. E se anche il direttore avesse riscontato alcune mancanze, perchè non segnalarle nella sede dovuta, la fase provicniale di aggiornamento del piano?». Le modifiche «stravolgono tutto l’impianto riducendo ancora le direzioni scolastiche da 10 a 6. L’anno prossimo, 4 direzioni scolastiche in meno». Ecco, allora, «l’appello a tutta la politica cittadina. E’ a tutti loro – conclude – che ricordo coem il pèiano di riordino comuanle sia il frutto di un lavoro condiviso da tutti gli attori della scuoal potentina».

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