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E’ stato condannat a tre anni di reclusione, all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, ed al risarcimento di 25.000 euro all’Università Magna Graecia di Catanzaro, Walter Mancuso, 40enne catanzarese impiegato come addetto alla manutenzione delle aule di Medicina dell’Ateneo calabrese.
Mancuso è coinvolto nell’inchiesta sulla presunta manomissione dei plichi contenenti i test per l’ammissione a facoltà a numero chiuso, in cui, di recente, sono rimasti coinvolti anche il rettore, Francesco Saverio Costanzo, ed alcuni docenti.
La sentenza è stata emessa dal giudice dell’udienza preliminare Antonio Rizzuti, al termine del giudizio abbreviato (che è valso all’imputato lo sconto di pena di un terzo) chiesto dal difensore di Mancuso, l’avvocato Giuseppe Fonte. L’accusa per cui i sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo avevano chiesto il giudizio a carico del 40enne, era di peculato in virtù di un impianto accusatorio in base al quale i plichi contenenti i test per l’ammissione nell’anno accademico 2007/2008 ai corsi di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria dell’Ateneo calabrese, sarebbero stati rubati in modo che i quesiti potessero essere comunicati a candidati da agevolare prima delle prove, svoltesi il 4, 5 e 6 settembre 2007.
Su sollecitazione della difesa, l’imputazione in aula è divenata quella di furto aggravato, per la quale i pm avevano comunque chiesto una condanna a 2 anni e mezzo di carcere.
Per il riconoscimento della colpevolezza di Mancuso ha insistito anche l’avvocato dello Stato, che ha rappresentato l’Ateneo Magna Graecia, costituito parte civile. Il gup, alla fine, è andato oltre le loro richieste, infliggendo tre anni a Mancuso, il quale è ancora agli arresti domiciliari dove si trova dal 23 settembre scorso, quando il tribunale del riesame sostituì la custodia in carcere. Ora però si attende, la pronuncia del Tribunale della libertà sulla richiesta di revoca della misura cautelare, avanzata dalla difesa.
Mancuso era finito in carcere 20 giorni prima, in esecuzione di un’ordinanza firmata dal gip Abigail Mellace che portò ai domiciliari un secondo indagato per il furto dei plichi, Antonio Cuteri, 40enne assistente tecnico dell’Ateneo addetto alle aule di Medicina, mentre altri indagati vennero iscritti nell’apposito registro delle notizie di reato, tra cui una guardia che avrebbe favorito l’accesso dei ladri al luogo dove erano custoditi i test.
L’inchiesta era partita dalla denuncia del rettore Costanzo, oggi indagato, e dal preside di Medicina, Giovanbattista De Sarro, che si erano accorti della manomissione dei plichi, annullando inoltre le prove scritte già eseguite, che in seguite vennero ripetute.

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