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di ANTONELLA CIERVO
IL suo primo giorno da candidato alla presidenza della Provincia di Matera scorre come quelli trascorsi nei suoi ultimi 30 anni alla direzione dell’Api di Matera: al lavoro. L’ufficializzazione del suo nome è giunta dopo un percorso particolarmente movimentato. «E’ stato laborioso, dopo un dibattito piuttosto articolato ma molto proficuo. L’ipotesi di candidatura che mi hanno proposto l’ho condivisa pienamente». Le ragioni della scelta stanno anche nel suo passato. «Ricordo l’esperienza politica che mi ha visto come consigliere comunale nelle fila della Dc dal 1984 al 1993. Nell’ambito della mia attività di direttore dell’Api, ho deciso di dare un contributo diretto alle problematiche del territorio. Credo che in questo momento il senso di responsabilità di ognuno di noi, debba farci assumere decisioni significative importanti. Per questo ho accettato la proposta che mi è stata fatta. Questa decisione, voglio chiarirlo, non intacca l’autonomia della nostra associazione». A chi ha rifiutato di firmare l’accordo che ha sancito la sua candidtura (Rifondazione comunista, Sinistra democratica, Comunisti italiani e Movimento per la Sinistra). «Credo che il loro non sia un discorso legato al candidato presidente, ma a problemi che riguardano rapporti all’interno del centrosinistra. Sono rammaricato della loro mancata adesione. Da parte mia non mancherà l’impegno per recuperare in tempo utile anche la loro presenza che è importantissima rispetto al programma che vogliamo portare avanti». Le priorità indicate da Piero Lacorazza vanno dalla formazione, alla valorizzazione delle aree, passando dai temi ambientali. Stella individua i punti focali di un programma elettorale concentrato sulla territorialità. «Non è difficile individuare priorità che diano risposte concrete ai bisogni del territorio e della gente, a cominciare da quello occupazionale. Tutti dobbiamo sentirci impegnati, maggioranza e opposizione per giungere a percorsi che ci consentano di giungere agli obiettivi. In questo senso il dato infrastrutturale è prioritario. Devo riconoscere che l’amministrazione provinciale uscente ha lavorato bene. Ci sono stati risultati tangibili rispetto ad opere significative condotte positivamente. Si può e deve fare di più, non certo perchè finora sia mancata la volontà».
Il futuro degli enti provinciali è, per molti versi, segnato ma Franco Stella non sente il peso di uno Spada di Damocle sul capo.
«Mi auguro di poter dare un contributo affinchè questo ente, finchè rimarrà in vita possa assumere una centralità strategica rispetto alle scelte per il territorio. Considero importante e significativa un’interlocuzione con la Regione perchè sono convinto che alcuni poteri delegati alle Province possa trovare una più facile attuazione rispetto alle singole realtà Credo che le risorse finanziarie ci saranno e le scelte saranno sempre intese non a drenare risorse per interventi a pioggia, ma a recepire i bisogni che il sistema economico richiede. L’amministrazione provinciale continuerà a perseverare al servizio del territorio».
Emergenza occupazionale in primo piano, ma quale sarà il ruolo della Provincia, secondo Franco Stella? «Abbiamo ipotizzato un percorso, un’intesa con la regione pe ri problemi di carattere generale. Per il mobile imbottito e gli altri comparti, ci saranno valutazioni che saranno effettuate insieme agli altri partiti della coalizione, per dare un’accelerazione immediata perchè la gente non può più aspettare. Dobbiamo contribuire ad un’inversione di tendenza perchè il dato occupazionale dipende dalla congiuntura e dalla crisi mondiale. Le responsabilità non possono essere attribuite tutte alle amministrazioni locali. Si poteva fare di più, anzi meglio. Le soluzioni su cui stiamo riflettendo verranno sottoposte alle forze sociali ed economiche, perchè in questo momento una sinergia è necessaria».

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