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Contro un sistema politico e mediatico che mina la democrazia. De Magistris arriva a Potenza in veste da candidato in compagnia di Carlo Vulpio in un clima più disteso della prima uscita materana.
Il candidato ex pm è molto cresciuto da un punto di vista della comunicazione politica nelle ultime settimane. Anche Vulpio sembra aver messo da parte la scimitarra sfoderando il fioretto della polemica più ragionata, anche se sempre decisa.
I rapporti degli indipendenti con Italia dei Valori sono molto migliorati come confermava la presenza del senatore Felice Belisario che questa volta non è mancato all’appuntamento promosso dalla pasionaria Anna Rivelli. Confronto pacato anche con i rappresentanti del comitato “Vittime di De Magistris” cui è stato consentito di fare una domanda e che hanno regalato una delle loro magliette al pm, che ha posto sotto sequestro la struttura di Marinagri.
Alla fine De Magistris ha ribadito: «Sono onorato di quel provvedimento che ha
retto al giudizio del Riesame, del gip di Catanzaro e della Cassazione. Non tanto per il modo scellerato con cui sono state spese le risorse pubbliche ma piuttosto per aver evitato un disastro di costi umani. A Soverato al camping Le Giare sono morte delle persone per le distrazioni della magistratura. Non si possono avere atteggiamenti scellerati. Ho rispetto per chi ha perso il lavoro ma non può essere una mia responsabilità».
L’ex pm non ha mancato di portare una riflessione sulla sua inchiesta “Toghe Lucane”. Bloccata dall’anticipato possesso del Guardasigilli, depositata nel settembre del 2008 a Catanzaro da allora non si riesce a sapere quando verrà portata alle conclusioni da parte del pm che l’ha ereditata.
La manifestazione al cinema Don Bosco si è avvalsa nche della presenza del
giornalista de La Stampa, Antonio Massari, autore di due instant book sui giudici scomodi Forleo e De Magistris e dell’avvocato Erminia Gatti, anch’ella candidata indipendente dipietrista. L’ex cronista ha denunciato dal palco che «qualcuno è stato mandato a vedere chi c’è e chi non c’è, perché Potenza può essere peggio di Corleone, senza ricorrere all’iperbole».
Bacchettate anche ai capiredattori delle sedi Rai regionali che raccontano solo «di sagre e di zucchine». Vulpio si è presentato come vittima del diritto di opinione. Ha raccontato di aver avuto consenso da Di Pietro per la sua condanna per diffamazione contro Bubbico. A suo dire si è trattato di uno sbaglio veniale che sarà ribaltato in Appello.
Infine è stata sollevata la polemica contro l’ex governatore accusato di essersi arricchito con la politica e di far parte di quella casta che ha determinato la migrazione di migliaia di giovani lucani. De Magistris parla di «rivoluzione dei diritti» e teorizza con buoni argomenti contro la società berlusconiana che ha invaso la cultura nazionale come diretta propaggine del progetto piduista di Licio Gelli.

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