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di Emilio Fidanzio
RISPETTO al recente passato le dichiarazioni rilasciate da Peppino Maglione a fine gara, dopo la salvezza ottenuta con l’Igea, sono totalmente diverse e soprattutto decisamente più preoccupanti per i tifosi federiciani.
Innanzitutto per la tempistica. In un momento di massima gioia per il traguardo raggiunto, il primo dirigente gialloverde, ha subito precisato la situazione.
Con questi presupposti non si va avanti. Più chiaro ed esplicito di così si muore.
Dichiarazione non improvvisata, ma studiata e covata da tempo.
Maglione ha voluto attendere l’esito della gara con l’Igea ed a traguardo ottenuto ha svuotato il sacco.
Maglione è stanco di promesse mai mantenute, di accordi non rispettati. Soprattutto è stanco di portare avanti la causa calcistica da solo, o quasi, con l’aiuto e l’avallo di pochi.
Va bene la passione, va bene l’ambizione, ma a tutto c’è un limite, ed i sacrifici compiuti in 15 anni di presidenza sono sotto gli occhi di tutti.
Gli ultimi in ordine di tempo, fatti a gennaio scorso. Una campagna acquisti sontuosa e rilevante, anche per porre rimedio ad errori altrui, commessi precedentemente.
Il tutto per evitare la retrocessione, una macchia che non appartiene a Peppino Maglione, un vincente, nella vita e nel calcio, dove appunto non ha mai conosciuto l’onta di una discesa in categoria inferiore.
Mantenere il Melfi a questi livelli è un vero e proprio miracolo. La gente questo lo sa bene ed infinitamente grata al presidente per quanto creato, prendendo la squadra dall’Eccellenza.
Ora, oltre al ritorno attivo di imprenditori tifosi, che comunque tanto hanno fatto per il Melfi, (Cignarale, Castaldi, Rosa), al contributo di Moretti, è auspicabile che chi ha la possibilità economica non si nasconda dietro Maglione ed esca allo scoperto per il bene della città.
Parliamo di quelli che si professano tifosi ed amanti del calcio, ma che non ne hanno mai fatto parte, e che al momento di intervenire economicamente si tirano sempre indietro.
Le istituzioni non possono rimanere insensibili a questo grido di allarme. Occorre anche il loro contributo. Pensiamo che nei prossimi giorni Maglione incontrerà il Sindaco, al fine di captarne le intenzioni future e decidere di conseguenza.
L’ipotesi che passi la mano e consegni tutto al primo cittadino, è ipotesi tutt’altro che remota. Melfi è zona industriale, anche se calcisticamente nessuno se ne accorto.
La squadra è patrimonio della città. Far parte del mondo professionistico, orgoglio riconosciuto. Non avere più un sogno domenicale da inseguire, un delitto che nessuno si può permettere. Aiutare Maglione e fornirgli linfa vitale per andare avanti, un dovere prioritario per chi ama Melfi.

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