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Resta in prognosi riservata ma i medici mostrano un cauto ottimismo sul quadro clinico di Sandra Vituzzi, la 49enne di Crosia colpita al volto da diversi colpi di pistola nella notte tra lunedì e martedì nella sua abitazione popolare nel centro del Basso Jonio cosentino, dove viveva assieme al figlio di 11 anni.
È stato proprio il bambino, svegliato dai colpi di pistola, a lanciare l’allarme con una telefonata al 118, permettendo i tempestivi soccorsi della mamma ricoverata prima a Rossano, poi a Cosenza e infine in un centro specializzato in chirurgia maxillofacciale di Aquaviva delle Fonti, dov’è tuttora ricoverata in una camera blindata e inaccessibile anche ai famigliari più stretti.
Il pm di Rossano che conduce le indagini, Maria Vallefuoco, ha imposto regole rigide nella struttura sanitaria. Qualora le condizioni di salute della donna migliorassero, la sua testimonianza potrebbe essere cruciale per dare un volto e un nome a chi alle 2.30 del mattino le ha esploso contro cinque coli di pistola calibro 7,65. Una pioggia di piombo che solo la prontezza di riflessi della Vituzzi, che ha sbattuto l’uscio in faccia al killer, ha impedito fosse mortale.

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