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di ANTONIO CORRADO
E’ destinata a divenire un classico “caso di scuola”, la vicenda di diritto amministrativo scaturita dalla ricusazione di entrambe le liste presentate
per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Bernalda. In teoria, infatti, questo caso è ancora formalmente aperto, perchè mentre il ricorso per la sospensiva, presentato dalla lista di centrosinistra, capeggiata da Leo Chiruzzi, è stato formalmente respinto dal Tar di Basilicata, restano ancora in piedi i due distinti ricorsi formalizzati ieri mattina dalla lista antagonista di centrodestra, capeggiata da Franco Prisco. Il 24 giugno prossimo, dunque al di
fuori di ogni termine utile per il voto nell’election day, il tribunale amministrativo dovrà decidere se chiudere definitivamente una delle pagine più nere della storia amministrativa bernaldese,o ammettere solo la lista di centrodestra, che dopo un inevitabile periodo di commissariamento, potrebbe ripresentarsi, a questo punto da sola, all’elettorato. Sarebbe un unicum: due liste escluse per la stessa ragione producono tre distinti ricorsi con motivazioni differenti, ma una la spunta e l’altra no. Le speranze sono deboli, lo ammette anche l’avvocato Vincenzo Rago, che ieri mattina ha presentato i ricorsi del centrodestra, 29 pagine con un autentico “ragionamento nuovo” in punta di legge. «Siamo fiduciosi -ci spiega Rago- anche se non esistono precedenti a noi favorevoli. Infatti, la legge prevede la possibilità di impugnare solo i cosiddetti atti ultimi, come ad esempio la proclamazione
degli eletti, non quelli endoprocessuali, come in questo caso la ricusazione delle
liste. In effetti, però, nel caso di specie non avremo mai la proclamazione degli
eletti, quindi l’unico atto impugnabile, e noi lo abbiamo fatto, è la ricusazione, pur non essendo formalmente “ultimo”. Un caso molto particolare e tecnico dal punto di vista giurisprudenziale». Ma perchè si potrà conoscere il responso del Tar solo a fine giugno, non c’era modo di accellerare i tempi per i bene della comunità? «Purtroppo abbiamo prodotto tutte le istanze nei tempi previsti, la legge in materia non consente anticipazioni, ci vuole quasi un mese. Comunque, se il nostro ricorso sarà respinto, intendiamo valutare anche la possibilità di rivolgerci al Consiglio di Stato». L’avvocato non vuole sbilanciarsi sugli eventuali scenari possibili, ma di certo Bernalda non potrebbe
tornare al voto prima dell’autunno. E’ ormai piuttosto rassegnato il candidato
del centrosinistra, Leo Chiruzzi, che chiarisce il dato politico: «La scelta di
candidare me è l’esito di un atto politico, al di là della mia persona -ci ha detto- perchè nasce dal voto delle Primarie. Spero che questa occasione non crei difficoltà all’interno del centrosinistra. Io resto a disposizione, anche perchè i cittadini mi hanno votato. La politica fa brutti scherzi ed a chi mastica il “politichese” questa pillola non va giù. Mi auspico una riconferma della mia candidatura, perchè tutto è saltato per motivi burocratici, non in quanto è cambiata la volontà dei cittadini ». Ma Chi ha sbagliato? «Non mi piace fare un discorso di responsabilità su ciò che è accaduto, c’è stata certamente molta
superficialità e le colpe sono molteplici. Oggi non ci aiuta dare la colpa a qualcuno, non voglio recriminare o riprendere alcuno su ciò che è successo». Di certo qualcuno nello staff di compilazione delle due liste ha la responsabilità di aver causato il commissariamento di uno dei comuni più popolosi del Materano. Una vicenda kafkiana, che forse non ha precedenti in Italia.

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