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Da sempre la questione infrastrutture infervora gli animi. Stavolta a sbottare è stato il sindacato della Uil. «Ferrovie e Anas hanno grandi responsabilità nel mancato sviluppo della Calabria – ha sostenuto il segretario generale Roberto Castagna – la classe politica deve provare, almeno su problemi di grande rilevanza, ad essere unita per pretendere il rispetto dei tanti impegni conclamati. È pur vero che la minore crescita del Sud è dovuta al fatto che, in questi ultimi dieci anni, l’intera Italia è cresciuta pochissimo perchè il sistema economico nazionale si è trovato in grande difficoltà nel nuovo quadro internazionale tuttavia il Sud ha subito, e sta ancora subendo, una pesante riduzione nell’effettiva spesa per lo sviluppo rispetto a quanto programmato alla fine degli anni novanta. Da una parte i governi centrali hanno annunciato grandi obiettivi sui trasporti e sulla ricerca senza avviare una seria progettazione, dall’altra è mancato il completamento, da parte di Fs e Anas, della Salerno-Reggio Calabria e i nuovi collegamenti ferroviari fra le città del Sud e il centro e nord del paese. Nell’incertezza delle politiche nazionali, i vertici di queste società hanno spesso interpretato le politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno più come un modo di «fare cassa» e finanziare non le opere per lo sviluppo ma quelle ritenute prioritarie perchè collocate nelle aree a maggiore domanda».

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