X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

di Pietro Scognamiglio
NELL’attesa di definire le scelte decisiva per il futuro del Potenza, quella appena trascorsa è stata per Giuseppe Postiglione una domenica di riflessione. Restano in piedi il piano “A” e il piano “B” di cui abbiamo parlato: il ds cosentino Mirabelli con tutto il suo staff (Toscano in panchina) o Eziolino Capuano, allenatore che costruirebbe in prima persona sul mercato la squadra che dovrà guidare, annullando cosi’ la necessità di ingaggiare un direttore sportivo. I contatti sono in fase avanzata con entrambi, addirittura Postiglione sta giocando a carte scoperte perchè le due ipotesi sono alternative l’una all’altra non nel valore, ma soltanto nelle modalità organizzative. Il punto fermo è che il proprietario unico del Potenza pare intenzionato a dare una svolta rispetto alle sue strategie gestionali del passato: vedremo se – come sta facendo intendere in questi giorni – vorrà davvero delegare il più possibile il comando sulle scelte tecniche e logistiche, rimasto saldamente nelle sue mani soprattutto negli ultimi tempi.
La due giorni potentina di Massimiliano Mirabelli a cavallo delle festività patronali è sempre meno una voce di popolo: il ds cosentino ha avuto modo di confrontarsi con Postiglione su tutti gli aspetti del suo eventuale arrivo in Basilicata, specificando però la tempistica – tutt’altro che celere – del divorzio dal Cosenza, società in cui attualmente è plenipotenziario in attesa di un passaggio di proprietà sempre più probabile. Mirabelli non si legherebbe a quel punto ai nuovi investitori (nonostante quattro anni di contratto), scegliendo senza indugio Potenza per il rapporto di amicizia strettissima che lo lega con Postiglione. Il problema è che la definizione di questo iter all’interno della società calabrese può necessitare anche di dieci giorni, termine un po’lungo che potrebbe mettere il Potenza in difficoltà.
Per capirci: Capuano a Potenza verrebbe domattina, a condizione di veder soddisfatte le proprie richieste economiche. Ma, in teoria, puntando sull’ex allenatore della Paganese si potrebbe iniziare sin da subito a programmare la definizione dei giocatori, dello staff e dell’organigramma societario. Tutto ciò con Mirabelli, ragionevolmente, non potrebbe avvenire prima di giugno inoltrato.
Occhio al calendario: Postiglione ha sbandierato ai quattro venti, subito dopo la retrocessione, la ferma volontà di giocarsi le poche carte a disposizione per ottenere il ripescaggio. Sgombriamo subito il campo da equivoci: si tratta di un’ipotesi difficilissima, guai ad alimentare illusioni. Ma se c’è anche un 1% di speranza il patron intende coltivarla, basandosi sulle indicazioni arrivate dal recente consiglio federale, che vanno ratificate dalla Lega Pro nell’assemblea che si dovrebbe tenere a Firenze intorno al 10 giugno. La Figc ha già deliberato l’impossibilità di essere inserite in lista d’attesa per le società che hanno già beneficiato del Lodo Petrucci in seguito ad un fallimento. Stesso impedimento per chi ha già usufruito di un ripescaggio tra i professionisti o è stato tirato su, soltanto l’estate scorsa, dalla D alla Seconda Divisione. Quindi – a differenza di quello che succedeva nelle stagioni passate – il ripescaggio dell’Asc Potenza datato 2004 non impedirà all’attuale società rossoblu di provarci. Intendiamoci, c’è una possibilità su cento. Ma, esemplificando sulla base delle attuali partecipanti ai play-out, Lanciano, Lecco e Venezia non potrebbero rientrare in Prima Divisione dalla porta di servizio.
Postiglione ci vuole provare: sta chiudendo tutte le liberatorie dei tesserati al 30 giugno, con poche eccezioni (vedi Tiago Pires rientrato in Portogallo, ma anche nel suo caso sarebbero stati depositati gli assegni circolari), ma ha bisogno di sapere quali professionisti legali e contabili dovranno occuparsi di redigere la domanda in tutte le sue parti. Mirabelli nel suo staff avrebbe anche un segretario esperto in adempimenti federali, ma nel caso si scelga Capuano bisognerebbe individuare una consulenza esterna adeguata.
Ribadiamo: le possibilità restano poche, il pensiero è rivolto tutto alla Seconda Divisione, questa categoria condizionerà le scelte. Ma c’è un’indiscrezione, giunta alla società potentina, per la quale nell’attribuzione dei punteggi all’interno della griglia dei ripescaggi il posizionamento in classifica conterebbe solo al 25%. Niente di confermato, ma in questo caso – situazione combinata alle esclusioni per il Lodo Petrucci – il Potenza potrebbe far valere i suoi requisiti legati all’essere capoluogo di regione, ai meriti sportivi passati e alla solidità patrimoniale. Il rischio che restino solo chiacchiere di inizio estate, in ogni caso, è concreto. Uno spiraglio in tal senso potrebbe aprirsi soltanto in caso di mancata iscrizione per l’Avellino e il Treviso (retrocesse in crisi), in aggiunta ad altre morti impreviste. Ci sarà anche crisi economica, ma la supposizione ci sembra eccessivamente catastrofica.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE