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Di KATIA STANCATO
Il Rapporto Unioncamere 2009, presentato nelle scorse settimane, rivela che uno dei più evidenti effetti della crisi, è stato il peggioramento dei rapporti con gli Istituti di credito. Le difficoltà nell’accesso al credito bancario si sono tradotte nella limitazione dell’ammontare del credito erogabile, seguita dal livello degli spread e, dunque, da un costo del danaro più elevato (35,3%), nonché dall’incremento delle garanzie richieste (33,7%); un ulteriore 20% circa delle aziende segnala infine di aver visto respinta la richiesta di concessione di un nuovo finanziamento. Mentre le imprese del Nord stanno sperimentando un aumento del costo del danaro (42%), nel Mezzogiorno le aziende soffrono in misura maggiore di limitazioni nell’entità (58%), di una maggiore richiesta di garanzie reali (41%), o del rifiuto del finanziamento richiesto (25%).
La crisi di liquidità ha portato gli Istituti di credito al restringimento del credito specialmente nei confronti delle piccole aziende e al rapido ritorno a fare banca in modo tradizionale, con margini più bassi, ma con minori rischi. “Il diario della crisi”, che viene redatto mensilmente dall’inizio dell’anno dal Censis segnala che c’è stata una decurtazione record delle sofferenze, diminuite nel corso del 2008 del 10%.
A dicembre i prestiti a breve termine alle imprese sono cresciuti solo del 2,5% rispetto al 2007, quando invece l’aumento era stato dell’8,7%. Con piacere rileviamo dallo stesso rapporto, invece, che nello stesso periodo il sistema delle Banche di Credito Cooperativo ha aumentato del 14% i finanziamenti alle imprese, segno evidente di come siano le realtà locali le prime a reagire.
Questo dato incoraggia il nostro sistema imprenditoriale, molto legato nella produzione e nel mercato al territorio, alla dimensione locale dell’economia. Il messaggio che il convegno promosso a Lamezia Terme da Confcooperative dal tema intrigante e plurisignificativo (“Opportunità per lo sviluppo locale e la coesione sociale: Diamo credito alle cooperative”) si è proposto di dare alla regione, non solo intesa come istituzione, è stato quello che il sistema delle imprese cooperative di fronte alla crisi non si limita a perseguire strategie di difesa, ma ricerca sinergie ed alleanze che sono possibili, addirittura per programmare nuovi investimenti, adotta comportamenti “combattivi, impetuosi” per incrementare l’efficienza interna delle imprese pensando addirittura ad un riposizionamento competitivo.
La crisi, questo tipo di crisi, si supera con un atteggiamento di fiducia, con un atteggiamento costruttivo e reattivo verso il futuro! Dando credito, appunto, alle molteplici microrealtà locali che sostengono l’economia delle comunità calabresi. Questo carattere, questa impronta connota la risposta di Confcooperative alle difficoltà che le imprese associate vivono in questo momento. Gli strumenti presentati, con il contributo tecnico degli esperti della cooperazione, sono un esempio di sostegno concreto e reale per le imprese cooperative calabresi, i soci cooperatori e tutta la filiera dell’indotto cooperativo: dal socio imprenditore agricolo che conferisce il prodotto alla cooperativa, al socio imprenditore o professionista della Bcc, al socio artigiano o commerciante della cooperativa. Quattro strumenti operativi: il consorzio fidi nazionale unitario che mette a sistema i confidi regionali, garantendo alle imprese solidità finanziaria e un’assistenza omogenea ed efficace su tutto il territorio nazionale; tre Convenzioni siglate tra Iccrea-Fondosviluppo-Bcc, e gli strumenti interni al sistema cooperativo per rilanciare gli investimenti; la Banca di Garanzia Collettiva Fidi, promossa dalla Camera di Commercio di Cosenza e dalla Provincia, che ci piace considerare “un progetto cooperativo” perché Banca di Credito Cooperativo, dunque per la forma giuridica, ma soprattutto, perché espressione di una vera cooperazione tra istituzioni, tra associazioni di categoria e tra le diverse espressioni imprenditoriali che sono già impegnate a sottoscrivere il capitale sociale, siano esse grandi o piccole imprese, profit o no profit come le cooperative, o dei diversi settori produttivi. Per la competenza territoriale limitrofa Bcc di Garanzia potrà essere anche un progetto di facilitazione dell’accesso al credito per le imprese operanti nelle province di Catanzaro e di Crotone. Infine il progetto cooperativo per il microcredito, una Mutua di Autogestione che, come Organizzazione ci convince moltissimo almeno per due aspetti: il primo è l’esigenza di realizzare politiche di attenzione per i singoli soci, volontari, i dipendenti, le famiglie delle cooperative, una politica, cioè mirata per la risorsa più importante per noi, quella veramente centrale: la persona; il secondo è che la congiuntura negativa che viviamo sta spingendo molte famiglie, prima che le imprese, verso la ricerca di forme di finanziamento alternative al prestito bancario gestite spesso da un mercato parallelo che consideriamo troppo oneroso e sospetto. Il progetto cooperativo per il microcredito può essere uno strumento alternativo, solidale e trasparente. Chi finanzia questi strumenti? Le imprese! La sinergia con alcune Bcc, tra le più sensibili ai temi, a cominciare dalla più giovane che ha sede ed operatività nella Città di Cosenza, la Bcc Brutia, stiamo ideando una forma di finanziamento agevolato che le imprese possono utilizzare per sottoscrivere quote, capitalizzare gli strumenti di Confcooperative e dunque utilizzarli. Un reciproco vantaggio che consente di avviare concretamente e in tempi utili gli strumenti “anticrisi” della cooperazione!

Presidente Regionale di Confcooperative

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