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di PINO SURIANO
Nel primo pomeriggio Giovanni Falcone ha già la voce dimessa. Lo troviamo impegnato nella sua casa di Rotondella, mentre si appresta a registrare un video che tra breve lancerà su internet.
Vuole mostrare il volto mentre spiega a tutti le ragioni della sua nuova radicale protesta: un ennesimo sciopero della fame. Falcone lo porterà fino in fondo, senza mangiare nulla finché le sue richieste non saranno accolte.
E’ la terza volta che l’ex carabiniere si priva volontariamente degli alimenti per denunciare le mancanze relative al caso di suo figlio Angelo, il 29enne di Bobbio detenuto nel carcere indiano di Nahan con una condanna a dieci anni per possesso e spaccio di stupefacenti. Proprio questa mattina, dall’India, gli è arrivata l’ultima lettera dal figlio. Papà Giovanni l’ha letta con le lacrime agli occhi. «Mi sembra siano passati anni dalla tua ultima visita qui», ha scritto Angelo. E invece è passato poco più di un mese. Ma da allora Falcone non ha più potuto sentire suo figlio, neppure per telefono. Cosa chiede Giovanni Falcone con questo sciopero della fame?
La cosa più naturale per un padre. Poter parlare con mio figlio. Non riesco a sentirlo da otto mesi, praticamente da quando è stato rinchiuso nel nuovo carcere in cui dovrà scontare la condanna. Per sentire la sua voce sono dovuto andare io in India lo scorso aprile. Ma il mio gesto ha anche un’altra motivazione: la mancanza di spazio nelle trasmissioni televisive che contano. Non mi sembra che lo spazio sia mancato totalmente. Ci risultano alcune sue apparizioni in trasmissioni televisive importanti: Stella di Maurizio Costanzo su Mediaset, Piazza Grande di Giancarlo Magalli su Raidue, Festa Italiana su Raiuno, L’Indignato Speciale del Tg5 e altro ancora.
Sì, ma la mia battaglia per la causa dei 2.800 italiani detenuti all’estero merita l’attenzione dei principali format della televisione italiana. Sono anni che chiedo spazio a Porta a Porta, Annozero e Matrix, ma ancora nulla. Nell’ottobre 2007, inoltre, ho presentato regolare denuncia nei modi previsti dalla Legge, al Garante delle Comunicazioni e presidente della Vigilanza Rai, ma fino ad oggi nessuna risposta è pervenuta. La mia protesta si ricollega a quella dei Radicali per l’esclusione dagli spazi televisivi in vista delle Elezioni Europee. In fondo abbiamo lo stesso problema: chiediamo gli spazi per dire la nostra. I Radicali. Mi permetta una domanda “fuori traccia”. Voterà per loro alle prossime elezioni europee? Non ho difficoltà a rispondere. La risposta è sì. Li appoggerò perché sono stati i più vicini alla mia battaglia. L’onorevole Elisabetta Zamparutti è venuta addirittura con me in India per far visita ad Angelo. Suo marito, l’onorevole Sergio D’Elia, è candidato alle europee. Come potrei non appoggiarlo? A questo punto la curiosità cresce. Ci dichiara il suo voto per le prossime elezioni provinciali? Preferisco di no. Anche perché la mia è una battaglia totalmente bipartisan.

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