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Egregio Direttore,
con grande dispiacere ho appreso dal Messaggero di oggi della scomparsa del professore Giovanni Carandente.
Lo abbiamo avuto docente di Storia dell’Arte e dell’Architettura del primo e secondo anno nella neonata Facoltà di Architettura di Reggio Calabria nel 1969 e 1970, lo seguimmo alla scoperta di capolavori dell’arte gotica in Calabria, che lui conosceva bene e di cui noi ignoravamo totalmente l’esistenza, continuammo a seguirlo l’anno dopo a Firenze e Roma, fin dentro la cupola di S. Pietro, in una minuziosa disamina delle opere di Michelangelo.
In seguito alcuni di noi conservarono il piacere di incontri e conversazioni anche nella sua casa di Piazza del Collegio Romano che egli apriva generosamente mostrandoci qualche opera di Calder o un antico arazzo cinese, con un garbo ed una raffinatezza difficilmente riscontrabile in un personaggio di così alto livello culturale e sociale.
L’unico modo che oggi conosco per rendergli il dovuto omaggio è ricordare il lungo, convinto applauso con cui lo ringraziammo alla fine della sua prima lezione nella nostra giovane università, lezione nella quale aveva tessuto sotto i nostri occhi il grande arazzo dell’arte gotica dalla Saint Denis dell’abate Suger alla Cattedrale di Canterbury al Duomo di Milano.
Grazie, professor Carandente!

Giovanni Maria Romeo

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