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di ROSSELLA MONTEMURRO
PER due anni ha subito continui maltrattamenti con minacce e percosse da parte del marito.
Tre giorni fa, dopo l’ennesima aggressione, la donna è riuscita a fuggire per farsi medicare in ospedale.
Ha quindi trovato ospitalità nell’abitazione di un’amica.
Ma la tregua è durata poco.
H. M., ubriaco, mercoledì sera ha riempito di calci la porta d’ingresso della casa dove la donna era temporaneamente ospitata con la figlioletta, urlando e minacciandola.
L’uomo, in evidente stato di alterazione, ha inveito anche contro gli agenti della Squadra Mobile intervenuti sul posto.
I poliziotti hanno arrestato il trentenne di nazionalità marocchina (in regola con il permesso di soggiorno) in quanto responsabile di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza privata.
Le indagini hanno permesso di appurare che la donna, in questi due anni, è stata tenuta segregata in casa dal marito, che le consentiva di uscire solo in sua compagnia.
I maltrattamenti per la donna, anche lei di nazionalità marocchina erano iniziati nel 2007, dopo il ricongiungimento familiare in Italia.
Durante questo periodo non erano mancate vere e proprie escalation di violenza.
L’uomo, spesso ubriaco, durante una delle tante aggressioni non ha risparmiato neanche la figlioletta nata da appena tre mesi.
In uno scatto d’ira, ha dato un calcio al carrozzino in cui c’era la piccola che, fortuna, non ha subito lesioni.
L’uomo ha dimostrato anche in passato di non riuscire a controllare il suo carattere particolarmente aggressivo.
L’operaio marocchino, infatti, in un episodio recente era stato già arrestato da personale della Polizia di Stato per percosse ed oltraggio a pubblico ufficiale.
Adesso è nel carcere di Matera a disposizione del P.M.

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