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Antonio Chiaranza, 32 anni, si è tolto la vita impiccandosi nella cella della casa circondariale di Crotone nella quale era detenuto da qualche giorno dopo l’assassinio della moglie Raffaelina Giuseppina Gentile, insegnante di 37 anni, nella loro abitazione di Pallagorio. L’uomo, che già il mattino successivo aveva confessato il delitto e per questo era stato sottoposto a fermo, era rinchiuso da solo in una delle celle del “transito”, il settore nel quale i detenuti al loro arrivo in carcere rimangono per qualche tempo in attesa di essere trasferiti. Chiaranza, sempre sorvegliato a vista dagli agenti di polizia penitenziaria, questa notte ha approfittato del momento in cui le guardie controllavano gli altri reclusi, e si è impiccato con le lenzuola della sua branda. L’uomo, evidentemente, non ha retto al rimorso per quanto aveva fatto una settimana prima, quando aveva ucciso la moglie con dodici coltellate, una delle quali alla gola, mentre i due figlioletti, di 3 e 4 anni, dormivano nella stanza accanto. L’uomo, aveva raccontato agli inquirenti, era stato colto da un raptus sospettando un tradimento della moglie ma anche per alcune parole umilianti che la donna avrebbe proferito nei suoi confronti a causa dell’incapacità di trovarsi un lavoro.

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