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«Apprestare quelle misure possibili per garantire sicurezza alla famiglia Puccio» di Reggio Calabria, destinataria di un immobile confiscato. E’ la richiesta avanzata dal presidente del Comitato interprovinciale per il diritto alla sicurezza, Demetrio Costantino (in foto).
«La delocation Rom – afferma Costantino – suscita davvero forti perplessità e gravi preoccupazioni per il modo come si sviluppa. Le critiche severe al Comune e specificamente all’Assessorato alle politiche sociali, vanno certamente rivolte per eventuali negligenza o mancati impegni verso la famiglia Puccio ma è inaccettabile la motivazione adottata per il rifiuto dell’alloggio».
«Il rifiuto – aggiunge – è dovuto, si afferma, al fatto che, essendo un bene confiscato alla mafia, la famiglia assegnataria ‘non si sente di affrontare i rischi di accettare quell’alloggio’ e che la stessa famiglia ‘aveva ricevuto alcuni chiari segnali’.
Allora il problema non è il semplice rifiuto, ma di attivare i servizi sociali per assistere, con i propri esperti, nella prima fase questa famiglia; chiedere nel contempo alle forze dell’ordine di apprestare quelle misure possibili per garantire sicurezza a questa famiglia. Assecondare e avallare orientamenti di rinuncia, significherebbe solamente compiere un danno alla famiglia interessata, alla comunità dei rom e soprattutto attenuare il valore della lotta collettiva e dell’azione di formazione delle coscienze che deve, invece, essere esaltata e rafforzata».
«Si badi – prosegue – la destinazione all’uso sociale di un bene confiscato alla criminalità avviene dopo un lungo, faticoso, dispendioso iter procedurale che impegna decine di investigatori, magistrati, personale del Demanio, funzionari e addetti dell’Amministrazione comunale. Per anni sono intervenuti Governi e Parlamento e ora non è corretto dare segnali sbagliati ostacolandone l’attuazione».
«E’ significativo – conclude – che questi beni siano assegnati non solo per le caserme delle forze dell’ordine, associazioni e cooperative sociali ma anche – sulla base delle indicazioni dei Comuni – ai tanti cittadini (famiglie senza casa, giovani coppie, anziani, disabili) per vivere dignitosamente non avendo la possibilità di pagare l’alto affitto».

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