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La Guardia di finanza di Vibo Valentia ha individuato e sequestrato 300 mila metri cubi di rifiuti speciali e denunciato cinque persone. La scoperta è avvenuta in localita «Cacariaci» di San Gegorio d’Ippona, un comune alle porte di Vibo Valentia, in una ampia area su cui venivano abbandonati rifiuti pericolosi provenienti dalla demolizioni di edifici.
Era da tempo che il sito veniva sottoposto ad una costante azione di monitoraggio allo scopo di constatare la periodicità dell’ingresso di autocarri colmi di rifiuti e terriccio, azione che è poi servita ad individuare che quei rifiuti provenivano da un cantiere ubicato su un’importante arteria centrale del piccolo centro vibonese e a sorprendere in flagranza di reato l’autista di un autocarro.
Il mezzo è stato sottoposto ad immediato sequestro mentre il conducente è stato segnalato alla Procura della Repubblica per l’abusiva attività.
Successivi accertamenti hanno evidenziato come l’originaria conformazione del terreno fosse stata alterata sensibilmente a causa della notevole quantità di rifiuti e materiale da risulta sversata nel sito e stimata a circa 300.000 metri cubi.
In uno dei tre lotti del terreno interessato dall’illecito stoccaggio, le Fiamme Gialle hanno accertato inoltre che erano stati costruiti abusivamente tre manufatti in cemento.
Sono stati pertanto segnalati a vario titolo alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia 5 soggetti tra proprietari dei terreni e responsabili delle società intestatarie degli automezzi adibiti al trasporto degli inerti. I lotti dei terreni interessati, che si estendono su un’area pari a circa 59.000 metri quadrati, unitamente ai 3 manufatti abusivi, sono stati pertanto sottoposti a sequestro.
Il tutto per un valore complessivo di circa 1 milione di euro. L’attività della Guardia di Finanza, tuttavia, non è ancora da considerarsi conclusa, avendo gli inquirenti preso accordi con la Direzione provinciale dell’Arpacal tesi ad accertare l’eventuale occultamento nel sottosuolo di altri rifiuti, la cui eventuale natura tossica potrebbe aver contaminato le sottostanti falde acquifere.

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