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La Procura di Paola, sul Tirreno cosentino, ha disposto il sequestro di cinque depuratori della zona. Il provvedimento è stato emesso dal sostituto procuratore Eugenio Facciolla d’intesa con il procuratore Bruno Giordano.
La decisione è stata presa dopo numerose segnalazioni di bagnanti che parlavano del mare lungo la costa tirrenica cosentina come sporco e di colore marrone. Dai primi accertamenti compiuti dalla Procura, secondo quanto si è appreso, è emerso che gli impianti o non funzionavano o erano scarsamente funzionanti e con vistose lacune. Ciò avrebbe provocato un inquinamento massiccio delle coste. Gli accertamenti della Procura proseguono su tutti gli impianti della zona.
Le ipotesi di reato sono di danneggiamento del territorio, disatro ambientale, omissione di atti d’ufficio in riferimento al mancato funzionamento degli impianti ed all’inquinamento del mare che ne deriva.
Gli impianti sequestrati
Santa Maria del Cedro, Grisolia, Diamante e due impianti siti nel comune di Maierà; alcuni sono già stati sequestrati e dissequestrati in passato e comunque tutti continueranno a funzionare.
Sotto stretta osservazione sono considerati invece gli impianti di depurazione di Fiumefreddo, Paola, Fuscaldo e Guardia Piemontese.
L’inchiesta, vedrebbe indagate una ventina di persone, tra amministratori locali e gestori tecnici.
Gli inquirenti, grazie anche a degli appositi appostamenti, avrebbero rilevato come in diversi impianti non funzionino le apparecchiature automatiche per l’immissione del cloro nel ciclo di depurazione. Questo sarebbe immesso manualmente, anche in quantità pericolose per l’ambiente.

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