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L’obiettivo del laboratorio politico-culturale “La Calabria che non c’è” è di raccogliere «entro fine anno 50 mila firme per promuovere la cultura del merito in Calabria».
«Le cinquantamila firme – è scritto in un comunicato – saranno raccolte nelle piazze calabresi entro fine anno e saranno consegnate a tutti i sindaci, ai presidente di Regione e Province, ai rettori delle università e a tutti gli amministratori pubblici per sensibilizzarli ad adottare la “cultura del merito” ad ogni livello; a svolgere i concorsi pubblici attraverso procedure corrette e trasparenti; ad affidare gli incarichi secondo le competenze e non le appartenenze ed a puntare sulle donne e gli uomini di qualità, sui talenti e su quelle persone che con il loro lavoro, la loro creatività, le loro conoscenze, hanno le capacità di far progredire l’intera Calabria».
«Questa – si aggiunge nella nota – è la prima iniziativa lanciata da ‘La Calabria che non c’e», laboratorio di idee, luogo in cui la parte più sana della società civile si incontra, discute, elabora progetti di qualità per contribuire al cambiamento della Calabria, che si è costituito formalmente ieri nella sala conferenze della Confindustria di Cosenza alla presenza dei tanti soci fondatori».
«I lavori – è detto nel comunicato – sono stati introdotti dall’architetto Tiziana Pulice, che ha sottolineato che tra le principali finalità del Laboratorio c’è quello di accrescere la consapevolezza del patrimonio calabrese, ricco di risorse umane, di cultura, di arte, di storia e di ambiente, con una visione dinamica dell’identità calabrese, dello sviluppo sostenibile dei nuovi diritti civili, sociali e ambientali e delle pari opportunita».
«Nel corso del suo intervento – si afferma ancora nella nota – il consigliere regionale Salvatore Magarò (in foto), ispiratore del Laboratorio, ha sostenuto che bisogna sviluppare la cultura della responsabilità e del merito ad ogni livello per fare emergere una classe dirigente consapevole dei diritti e dei doveri della Calabria ed adeguata a governare le sfide della modernità e della globalizzazione».

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