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«Sono le banche a determinare la nuova questione meridionale». Così il presidente regionale della Confapi, Mario Petramale. «I padroni del sistema creditizio – afferma – attuano una politica del doppio volto: aperti e democratici al nord, dove hanno assoluta disponibilità alle istanze degli imprenditori, e tiranni al sud, in particolare in Calabria, dove la classe produttiva è trattata come gli immigrati che scendono dalle carrette del mare: attendo qualcuno che mi segnali un direttore di banca che sia uscito dal suo ufficio per visitare un’azienda calabrese che ha rapporti col suo istituto. In questa nostra terra – rimarca Petramale – il denaro ha un costo altissimo e l’accesso al credito che, dovrebbe essere una cosa normale così come avviene al nord, è una speranza vana o meglio un miraggio che il più delle volte svanisce. Ecco – puntualizza – il punto focale della nuova questione meridionale è proprio questo. Il punto focale del sottosviluppo calabrese è racchiuso nell’attività dei gruppi bancari nazionali che sul nostro territorio svolgono solo attività di raccolta. Il sud e la Calabria, per le banche nazionali, sono solo un serbatoio di quattrini». Petramale invita «tutte le associazioni di categorie a far fronte comune per sostenere la Legge Pizzini sulle banche» e propone l’apertura d’un tavolo di discussione «che dovrà portare alla condivisione di un documento di sostegno».

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