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di SARA LORUSSO
POTENZA – Vito Di Lascio, da capogruppo del Pd nella legislatura di Sabino Albello, ad assessore del mandato Lacorazza, resta sempre il giovane componente dell’organismo istituzionale. E forse, sarà anche per questo «che sento il peso “doppio” della responsabilità, ma parto con lo stesso entusiasmo di sempre. Mi rendo conto che le cose sono cambiate. L’esperienza in esecutivo coinvolge anche nel rapporto con gli uffici, con la struttura, che deve essere relazione quotidiana – spiega – In consiglio, la responsabilità non è certo minore, ma il livello è più “politico”».
Allora, da dove parte?
«Semplicemente dalla situazione che ho trovato, dopo cinque anni di buon governo del bilancio provinciale da parte di chi mi ha preceduto. La legislatura passata si è chiusa con l’equilibrio dell’azione amministrativa, senza però tralasciare azioni di finanza innovativa per raggiungere gli obiettivi prefissati».
Quasi banale, allora, chiederle chi userà come “punto di riferimento”…
«Chi mi ha preceduto alla delega del Bilancio, Ignanzio Petrone e Vito Summa, mi ha lasciato anche un “contesto” favorevole, a partire dal personale che è formato da grandi professionalità e lavora con entusiamo. Non potrò fare altro che cercare di ricambiare».
Nel concreto, da quale settore avviare la programmazione economica?
«Credo che si possa fare molto con il patrimonio della Provincia che è un settore strategico. Forse, nei cinque anni precedenti, non abbiamo condotto un’azione di valorizzazione profonda del Patrimonio, non solo immobiliare dell’ente. Quello che proverò a mettere in campo, è un’azione di razionalizzazione e riduzione dei fitti passivi, che ci vedono impegnati con risorse ingenti per le scuole, i nostri uffici, pur avendo, contemporaneamente, diversi spazi a disposizione in stabili di proprietà. Un esempio pratico, l’ala dell’ex Tribunale a piazza Mario Pagano, nel capoluogo, che è in via di ristrutturazione».
Stessa situazione diffusa sul territorio: ma come destinare questi spazi?
«Su tutto il territorio provinciale, anche in zone periferiche, esistono spazi di nostra proprietà che potremmo tranquillamente “capitalizzare” in senso sociale destinandoli, ad esempio, associazioni o a cooperative. Ma il patrimonio è fatto anche di terreni già dismessi, porzioni di suoli per noi inutili, da poter vendere, ancora, tratti di strade residuali da recuperare in risorse e liquidità da re-investire nelle attività provinciali».
Scuola e viabilità sono due settori “macro” dell’ente che però spesso pagano la scarsità di fondi…
«La questione, in realtà, non è “semplice”. La verità è che l’ente provinciale continua ad anticipare risorse che poi vengono trasferite spesso con ritardo. Per risolvere il problema serve un confronto serio tra gli enti coinvolti. Ma sono fiducioso. Posso annunciare che a breve le due Province e la Regione firmeranno un protocollo di intesa per poter dedicare maggiore attenzione agli edifici scolastici. Altra priorità, naturalmente, la viabilità. Credo che presto ci saranno novità positive sulla possibilità di trasferimento a breve di alcune risorse».
Settore formazione: è in corso, con l’agenzia Apofil, una vertenza e da tempo, tra il “niet” dei sindacati, si parla di trasformazione in spa…
«Per l’intero pacchetto formazione e politiche per il lavoro, la Provincia è creditrice nei confronti della Regione di 38 milioni di euro di fondi comunitari, dal 2004 a oggi. Ci sono, di conseguenza, problemi di cassa e liquidità. Quanto alla trasformazione in spa dell’azienda, la questione dovrà ripartire da zero e sarà materia del nuovo consiglio. Sicuramente, non subito. Da subito, però, abbiamo intenzione di modificare il cda dell’Apofil, da ridurre a tre membri, con un solo revisore dei conti e la stessa tesoreria dell’ente per l’agenzia».
s.lorusso@luedi.it

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