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Avrà uno scopo ben preciso la Guardia nazionale chiamata ad operare sul territorio calabrese: “contribuire alla sicurezza dei cittadini, pure con servizi di protezione civile, a difesa del territorio, senza paura e con coraggio, anche in quei posti contaminati dalla criminalità organizzata”. Tali impegni sono stati illustrati a Palmi (Rc), nel corso di una conferenza stampa, dalla fondatrice della Guardia nazionale italiana, Maria Antonietta Cannizzaro (nella foto), presidente del Movimento sociale italiano – Destra nazionale.
«Noi – ha detto Cannizzaro – vogliamo collaborare con le forze dell’ordine nell’esecuzione di un servizio che sia di garanzia per la sicurezza dei cittadini e, in particolare in Calabria, non avremo timore a svolgere il nostro lavoro anche in quelle realtà in cui c’è la presenza della ‘ndrangheta. In questi posti, con coraggio, faremo attività di prevenzione sui cosiddetti reati minori come scippi, furti, rapine».
A seguito di questa iniziativa è però scattata la polemica. «Stigmatizziamo – è stato detto – l’atteggiamento di chiusura della questura di Reggio Calabria che non ci ha permesso di effettuare una ‘passeggiata pubblicitaria’ per le strade cittadine».
A detta dei rappresentanti della Guardia nazionale, infatti, il questore, Carmelo Casabona, ha fatto notificare loro la decisione, sua e del prefetto, Francescantonio Musolino, di vietare un corteo per le strade di Palmi.
Corteo che, invece, altro non era, hanno riferito i partecipanti alla conferenza stampa, che “una passeggiata pubblicitaria per far conoscere alla gente gli scopi che ci prefiggiamo”.
«La Guardia nazionale – ha detto il suo comandante, il generale di brigata in pensione del Corpo forestale Mariano Cudia – è animata da spirito di servizio verso i cittadini».
Un impegno, questo che, secondo quanto riferito nel corso dell’incontro con i giornalisti, ha «già raccolto migliaia di adesioni, che continuano ad aumentare, da parte di cittadini che, nel futuro, vogliono assumersi la responsabilità di contribuire, anche nelle regioni del sud, a garantire la sicurezza di tutti». All’incontro con la stampa era presente anche Maria Tropepi, 28 anni, la prima volontaria della Guardia nazionale, di Palmi, arrivata in divisa, con tanto di pantaloni neri, camicia color cachi ed aquila sul petto.
Scomparsi dall’uniforme, invece, i simboli che si richiamavano al fascismo.

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