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«Le indagini hanno permesso di scoprire il ruolo fondamentale svolto da personaggi delle cosche Maesano e Pangallo ed i loro contatti in terra boliviana. Un mosaico ricostruito pazientemente».
Queste la parole del procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, nel corso della conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione ‘Trovador’, compiuta stamani dagli agenti della squadra mobile.
«Un quadro – ha aggiunto – che trova addentellati con altre precedenti operazioni contro il narcotraffico internazionale che vede la ‘ndrangheta in posizione preminente rispetto ad altre organizzazioni criminali».
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona, ed i dirigenti della squadra mobile, Renato Cortese, e della sezione narcotici, Diego Trotta. «L’operazione della squadra mobile – ha detto Casabona – contro il narcotraffico, conferma, qualora ve ne fosse bisogno, che la ‘ndrangheta governa una parte consistente del narcotraffico mondiale e il flusso di cocaina proveniente in Europa dai Paesi centroamericani».
TROVADOR – l’operazione
Questa mattina sono state eseguite in diverse regioni d’Italia, 49 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del tribunale della città dello Stretto. L’attività investigativa, durata alcuni mesi con il coordinamento dalla DDA, ha accertato il coinvolgimento di alcune cosche della ‘ndrangheta attive sul versante ionico della provincia reggina.
L’operazione ha visto numerosi arresti in Calabria, a Milano, Urbino, Ancona e Lodi. Nel corso delle indagini è emerso come alcune cosche di Platì e Bova, controllavano il traffico di ingenti quantitativi di droga che venivano spacciati in regioni del Centro e del Nord Italia.
La ‘ndrangheta del basso ionio reggino dunque, importava notevoli quantitativi di cocaina dal Sudamerica, attraverso la Spagna, e la piazzava sui mercati italiani. L’operazione di oggi, ha confermato come la malavita organizzata del reggino, soprattutto nel settore del narcotraffico era riuscita a consorziarsi per gestire questo milionario business.
A controllare il traffico erano le famiglie Sergi – Marando – Triboli e Barbaro e quelle riconducibili al cartello Maesano – Pangallo – Paviglianiti, che già in passato, erano entrate al centro di indagini sul traffico di droga condotte dalla Direzione Dstrettuale Antimafia.
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguiti a Milano, Lodi, Genova, Ancona ed all’estero in Spagna, Cile, Grecia, Bolivia, Perù e Albania.

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