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di SARA LORUSSO
POTENZA – Il progetto c’è. Il finanziamento pure. Ma è a metà. Perchè per il polo museale sul Risorgimento che avrebbe dovuto restituire agli onori del centro storico del capoluogo di regione palazzo D’Errico e palazzo Palermo (oggi in grave decadenza) sembra sfumato il finanziamento statale. Tra le polemiche, le stesse che avevano accompagnato nei mesi scorsi la nascita della querelle sulla titolarità del progetto, è scontro tra le parti. E oggi, che il capo di Stato pone duramente la questione, mentre l’anniversario si avvicina e di programma concreto ancora non si parla (è sul quotidiano La Stampa che Giorgio Napolitano, nella città simbolo delle celebrazioni, ha lanciato la sollecitazione e denunciato una carente risposta del Governo sulle iniziative da predisporre in occasione del 150 anniversario dell’Unità d’Italia), Potenza diventa uno dei casi “simbolo”.
IL POLO MUSEALE
Il sindaco Santarsiero considera «di estrema gravità la nota con la quale la Presidenza del consiglio dei ministri comunica alla Regione Basilicata che di fatto non sono disponibili le risorse per la realizzazione del polo museale per l’Unità d’Italia previsto attraverso il recupero di palazzo d’Errico e palazzo Palermo».
IL PROGETTO APPROVATO
Quella nota è arrivata in terra lucana lo scorso 17 agosto e richiama la precedente corrispondenza. Era il 19 giugno del 2008 e il coordinatore della struttura ministeriale per le celebrazioni scrive al presidente della Regione, Vito De Filippo, spiegando che il comitato preposto ha già approvato il piano generale delle opere infrastrutturali «che ricomprende l’intervento di recupero del palazzo comunale in largo D’Errico e del palazzo Palermo per la realizzazione del polo museale dell’unità d’Itala», proposto dall’amministrazione «per l’importo complessivo di 6 milioni di euro». La struttura sta predisponendo – dice la missiva – il bando di gara per i lavori. Ecco la compartecipazione: metà a carico dello Stato, metà a carico del comune che approva nel dicembre successivo il progetto definitivo per cui aveva stanziato 3 milioni di euro, tra fondi Cipe e Por (è per questo scopo che è stato rimodulato – si legge nella delibera comunale – il programma triennale di opere pubbliche). Il progetto, redatto dai tecnici del comune, prevede sale espositive e sale convegni, per un totale di 700 metri quadrati da recuperare. L’altro edificio, palazzo Palermo, è in capo allo Stato.
LE PRECISAZIONI
Tanto per puntualizzare, avuta la notizia dell’approvazione ministeriale del progetto, Santarsiero scrive a De Filippo. E’ il luglio 2008, da poco il governo è cambiato. All’ex ministro ai Beni culturali Francesco Rutelli (governo Prodi), è subentrato, con Berlusconi, Sandro Bondi. Così, il sindaco di Potenza a De Filippo dice che «pur condividendo la necessità che la struttura ministeriale debba coordinare», ritiene opportuno – e per questo chiede al presidente di intercedere – che «le procedure di gara e la esecuzione delle opere siano di competenza delle amministrazioni», visto che concorrono con il 50 per cento dei fondi e i progetti.
TITOLARITA’ E POLEMICA
Oggi, con le notizie giunte dalla Presidenza del consiglio dei ministri, «viene confermata – dice Santarsiero – una linea politica che penalizza non soltanto le celebrazioni dell’unità d’Italia, ma anche i territori e le amministrazioni che tempestivamente si erano attivate per utilizzare le opportunità messe a disposizione da un bando emesso trenta mesi fa dal governo Prodi». Ecco il punto della precedente polemica.
STRASCICHI DI QUERELLE
Lo scorso gennaio, in una nota, il senatore del Pdl, Guido Viceconte, aveva annunciato il finanziamento a favore dei due edifici da parte del governo Berlusconi, segno «dell’attenzione verso il nostro territorio». Poche ore dopo sarà Santarsiero a ricordare che quegli interventi erano stati definiti dal precedente governo. Tanto che il 17 marzo 2008 sul sito ufficiale istituito per le celebrazioni i due edifici rientrano al numero 3 dell’elenco delle opere per cui avviare le gare d’appalto. Ma no, non è così – replica il centrodestra – perché se il governo Prodi ha avviato le procedure, è quello Berlusconi che ha trovato i soldi. Conferma che a Potenza arriva pochi mesi più tardi, durante la campagna elettorale per le amministrative. In pieno clima ballottaggio, il ministro Bondi conferma: «abbiamo trovato i soldi, i tre milioni di euro, per i due edifici». Non finisce così. Perchè non è vero – è la controreplica del centrosinistra – quel progetto, carte alla mano, lo aveva stilato il comune. «Solo che poi non ci hanno fatto spere più nulla».
SENZA COPERTURAj
Le lamentele di Santarsiero di allora, proseguono oggi. Proprio non gli è andata giù la nota della Presidenza del consiglio del post Ferragosto. Tra le righe della missiva una premessa ricorda che nella seduta del 23 novembre 2007 il comitato, «in considerazione del limitato ammontare delle risorse finanziarie assegnate aveva deliberato in via definitiva soltanto un ristretto selezionato programma di interventi infrastrutturali». Tuttavia, prosegue la nota della Presidenza, «il comitato aveva ribadito che si trattava «di azione anticipatoria rispetto a un vasto programma di opere». Così, anche in presenza delle ristrettezze economiche, il comitato, per arrivare in tempi utili alla realizzazione delle opere, ha comunque ritenuto indispensabile «che fosse data immediata attivazione alle procedure propedeutiche per l’affidamento dei lavori». Ecco perché arriva la nota del 19 giugno (quella che aveva “ratificato” l’approvazione del progetto) «senza che quest’ultima – spiega adesso la Presidenza del consiglio dei ministri – costituisse superamento della formulata riserva circa la mancanza di copertura finanziaria delle opere». E «tale carenza finanziaria, a tutt’oggi, non è venuta meno».
SCENARI FUTURI
Così Santarsiero promette l’appello ai parlamentari lucani – tutti – e rilancia. «Alla luce di tale posizione ministeriale – dice – intanto andiamo avanti autonomamente con i nostri fondi confermando l’intervento su palazzo D’Errico per il quale è stato già approvato il progetto definitivo e avviata la messa in sicurezza. Entro fine anno saremo in grado di approvare il progetto esecutivo e di avviare la gara d’appalto per realizzare comunque uno spazio museale dedicato al Risorgimento». Peccato per il mancato «intervento più ampio che avrebbe consentito il recupero di palazzo Palermo». Tant’è.
s.lorusso@luedi.it

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