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di PIERO QUARTOMATERA – Rimarrà chiuso fino a lunedì l’istituto professionale per l’Industria e l’Artigianato “Leonardo Da Vinci” di Matera che ha, al momento, inutilizzabile la sede di contrada Rondinelle sulla statale 99. La decisione di prorogare ulteriormente la chiusura vista l’inutilizzabilità dei laboratori e dei servizi igienici è arrivata nel pomeriggio di ieri al termine di un sopralluogo che il presidente della Provincia Franco Stella, il dirigente tecnico dell’ente Domenico Pietrocola e il preside dell’istituto Donato Ferrara hanno effettuato. «La situazione dell’istituto richiederebbe interventi di lungo periodo», ci ha spiegato il preside dell’Ipsia Ferrara, «ci sono stati sopralluoghi in passato, l’ultimo dei Vigili del Fuoco, che hanno evidenziato una situazione di degrado che è necessario sanare con urgenza. Nei vari rapporti si evidenziano numerose crititicità che riguardano in particolare la situazione dei bagni, dei laboratori e della palestra. Sabato scorso la Provincia ci ha chiesto sette giorni di tempo per completare l’opera sui servizi igienici, i laboratori e la palestra. Noi abbiamo provveduto a rinviare di qualche giorno (prima fino a mercoledì 16 e poi al termine del sopralluogo di ieri fino a lunedì 21, ndr) l’avvio delle lezioni garantendo alle prime classi di iniziare l’anno regolarmente in via Dante, per farlo abbiamo adeguato ad aule scolastiche una sala lettura ed una sala proiezioni».
I problemi all’Ipsia si prolungano da molto tempo, visto che la struttura non è certo delle più recenti.
Il preside Ferrara aveva provveduto a renderla fruibile per gli interventi di manutenzione necessari sin da giugno: «sì, avevamo deciso di svolgere gli esami di maturità qui nella sede di via Dante, in questo modo la struttura era a disposizione della Provincia ma non abbiamo visto a luglio e agosto lavori ed interventi tanto che solo sabato scorso abbiamo ricevuto un fax, di fronte alle nostre sollecitazioni relative anche alla sicurezza, che ci chiedeva sette giorni di tempo».
Ma la vera necessità dell’Ipsia sarebbe quella di trovare una diversa sede: «è inutile negare che gli interventi in atto sono solo interventi tampone e che invece servirebbe una struttura adeguata ad un settore di insegnamento professionale all’avanguardia nel quale già oggi, pur tra mille difficoltà, siamo riusciti a toglierci ottime soddisfazioni: abbiamo beneficiato del progetto Leonardo promosso dalla Commissione europea, faremo tre settimane di stage gratuito in Inghilterra ad aprile e vi sarà uno scambio con una scuola di Parigi nel settore moda oltre ad uno stage a Bari con l’azienda Bosch.
Eppure tutto questo in una situazione di oggettiva difficoltà.
Noi abbiamo inviato un documento in cui avanziamo alcune soluzioni ed ipotesi alla Provincia tra cui quella del Paip», la sede cioè dove doveva essere ubicata la scuola del restauro e poi nuovamente destinata all’attività dell’Ageforma e del centro per l’impiego. Ma questa è naturalmente solo una delle proposte in campo.
Proposte sulle quali, almeno nel merito, non si pronuncia l’assessore provinciale all’Edilizia Scolastica Gianni Rondinone che al “Quotidiano” spiega: «l’Ipsia ha bisogno di interventi per rimuovere incrostazioni e intonaci e per alcuni spazi comuni in laboratori e bagni.
Ritengo però che l’intera struttura sarà presto utilizzabile, non vedo problemi. Dovremo poi decidere come intervenire, c’erano una serie di idee e di interventi migliorativi ma stiamo anche pensando complessivamente a creare un vero e proprio polo di formazione professionale in città e per farlo dovremo rivedere l’impostazione degli immobili e immaginare dove le scuole potranno essere tra cinque o dieci anni. Noi avremo una dozzina di milioni per i fondi Fas, pensiamo di destinarne almeno un terzo, direi 4-5 alle scuole perchè vogliamo fare una grossa operazione di edilizia scolastica, costruendo edifici sicuri e sismicamente resistenti, utilizzando i fondi comunitari per le scuole.
L’edilizia scolastica è un settore strategico e noi dovremo monitorare e decidere necessità e interventi opportuni sui 41 istituti e i 48 edifici di competenza provinciale».

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