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Ezio Capuano non è più l’allenatore del Potenza. E’ stato esonerato per via dei rapporti conflittuali con la dirigenza e con il dg Galigani in primis. Per la sua sostituzione è stato scelto Francesco Monaco, ex dell’Ancona. La firma del tecnico è prevista in mattinata.

Questa la nostra ricostruzione della serata di domenica.

LA FINE DEL rapporto tra il Potenza e Eziolino Capuano si è materializzata subito dopo il gol del vantaggio del Marcianise.
Dalla curva si è levato un coro contro il dg Galigani, nemico dichiarato dell’allenatore. Postiglione, nel dopo gara ha voluto precisare e ribadire un concetto: «Se scopro che qualcuno va parlando fuori dallo stadio di questioni che dovrebbero risolversi all’interno dello spogliatoio o in società, allora prendo provvedimenti».
Il messaggio non è celato: è diretto al suo allenatore che, con qualche tifoso, si è lasciato andare a commenti non proprio entusiastici sulla gestione-Galigani, sulla campagna acquisti, sul valore della squadra. Di fatto, diventandone il primo tifoso e il primo critico. Nella realtà stringendo un patto con la curva e certamente mettendosi contro i suoi datori di lavoro. La schiettezza del tecnico è probabilmente stata apprezzata dai tifosi che hanno contestato i contestabili, ossia la dirigenza e la squadra, ma non certo da chi lo ha voluto sulla panchina del Potenza.
Confronto fitto, serrato, chiarificatore e un punto insormontabile: Capuano ha detto chiaramente di non essere contento del gruppo e di alcuni atleti messigli a disposizione. Sembra, tanti. Proprio quelli che dovrebbero correre e sudare in campo per chi, nella realtà più pratica, non li stima.
E la prova del nove si è materializzata durante la conferenza stampa del post partita.
I tifosi hanno chiesto di parlare con la squadra. Nella sala stampa non hanno voluto nessun dirigente, è rimasto soltanto Postiglione. Al termine del colloquio, nel quale si è voluto ancora una volta pretendere impegno e attaccamento alla maglia, Postiglione, Pellegrino e Galigani si sono chiusi nello spogliatoio dell’arbitro per discutere tra di loro. La squadra è rimasta raccolta a parlare. Capuano era fuori, quasi tra due fuochi: quello dirigenziale e quello del gruppo di atleti.
Spaccatura più netta non poteva essere sancita. In quel momento si è materializzato l’addio al tecnico di origini lucane.
Capuano è stato convocato dalla dirigenza, ha esposto le sue riflessioni e le sue giustificazioni: Postiglione gli ha soltanto comunicato l’intento di prendersi qualche ora di tempo per decidere.
Meglio, per ufficializzargli un provvedimento già pensato: esonero. La comunicazione sarà resa nota in giornata, ma riassumendo tutto quello che è accaduto in un mese di campionato e in quasi tre di gestione dello spogliatoio e del gruppo, sembra la soluzione più logica.
Da un lato, Capuano non ha saputo gestire al meglio una situazione distante anni luce da quella delle sue precedenti esperienze. Prima era abituato a fare e dire quello che voleva, a costruirsi le squadre a sua immagine e somiglianza, con gruppi di giocatori pressocchè sconosciuti e che per lui avrebbero dato tutto, anche sopportato modi e metodi bruschi, talora anche molto pesanti nel gergo. Anche stringere rapporti di confidenze estreme con la tifoseria, organizzata e non. A Potenza gli è stato permesso fino a ieri, nonostante in passato tanto Galigani, quanto lo stesso Postiglione gli avessero rimarcato l’obbligo di cambiare atteggiamento. Non è stato così e questo ha inasprito i rapporti con la società. Ma questo è marginale quando le cose in campo vanno bene: le vittorie guariscono tutte le malattie. Conseguenzialmente le due figuracce fatte con Ternana e Marcianise hanno complicato la situazione. E questo ci può anche stare: se il gruppo dei calciatori è unito e compatto, segue le direttive del tecnico, si può anche uscire da una crisi di risultati. Dall’analisi della dirigenza potentina è venuta fuori anche questa mancanza. Al di là delle dichiarazioni di routine, sembra che gran parte dei senatori (che, oltretutto, al di là della condizione fisica approssimativa non possono essersi dimenticati come si sta in campo) abbiano esposto pollice verso.

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