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Una situazione gienico-sanitaria precaria, quella del Centro Accoglienza Immigrati di Cotone, dove esistono le strutture di CIE, CDA e Cara per un totale di 1800 «ospiti», contro una capienza di 1200 persone. Una situazione che viene videnziata dal sindacato di polizia Coisp.
«A seguito della recente normativa inerente ai Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) – scrive il Coisp – che prevede la libera uscita degli ospiti dal Centro, si verificano continue richieste da parte di cittadini abitanti nei pressi delle suddette strutture (frazione s. Anna del Comune di Isola di Capo Rizzuto – Crotone) che lamentano la presenza costante di extracomunitari, i quali chiedono soldi ai passanti, ostacolando le normali attività commerciali oltre alla regolare circolazione stradale. Nello specifico – si legge ancora – va segnalato che la permanenza media di uno straniero si aggira attorno ai 7-8 mesi, tempo necessario alla gestione della pratica, identificazione, escussione del parere della Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale ed eventuale ricorso al Tribunale di Catanzaro (in caso di diniego).
La questione socio-sanitaria che ne scaturisce, (prostituzione, spaccio di droga e malattie infettive) viene amplificata proprio dal prolungarsi delle pratiche burocratiche.
Il CDA, il più grande d’Europa, – segnala il Coisp – vede impegnati decine di appartenenti alle forze di polizia e dell’Esercito, che si trovano a fronteggiare quotidianamente risse tra etnie ed ogni sorta di problematiche ingigantite dalla a dir poco precaria, quando non critica, situazione sanitaria e logistica. Nel mese di giugno del 2008 – ricorda il sindacato – vennero assegnate da codesto Dipartimento 20 unità permanenti alla Questura di Crotone per le esigenze del Centro, appositamente destinate all’Ufficio Immigrazione per la gestione delle problematiche in tema di immigrazione clandestina. Di questi 20 colleghi trasferiti per le eccezionali esigenze, soltanto due Agenti vengono assegnati come previsto, mentre i rimanenti vengono destinati per necessità ad altri Uffici della Questura, vanificando però le disposizioni e le intenzioni del decreto di trasferimento ministeriali. Per di più a breve scadrà l’impiego delle 100 unità di rinforzo dell’Esercito, inviate in sostituzione del Reparto Mobile di Reggio Calabria, restituendo di fatto l’onere della vigilanza alla locale Questura, che già deve garantire tutta l’attività amministrativa».
«Un’ulteriore costante emergenza – continua la nota del Coisp – è rappresentata dall’assenza di screening sanitario per i migranti al loro arrivo, costituendo di fatto un potenziale rischio per tutti gli ospiti del centro stesso, e rappresentando una seria minaccia alla salute degli Operatori delle Forze di Sicurezza che lavorano in quel sito. Infatti, si è già registrato un caso di TBC che ha colpito un collega del Reparto Mobile di Reggio Calabria».
Il Coisp chiede quindi «un immediato intervento volto a determinare protocolli sanitari definiti ed efficaci, che tengano in debita considerazione anche tutti i miglioramenti strutturali necessari alla salvaguardia e tutela della salute degli Operatori delle Forze di sicurezza presso il Centro». Il sindacato segnala inoltre che «le fogne all’interno del campo sono a cielo aperto e durante le precipitazioni non ci sono impianti di drenaggio delle acque».

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