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Il giovane è stato ucciso con sei colpi di fucile caricato a pallettoni. Angelo Ronzello aveva un’attività di mangimi a Stilo

REGGIO CALABRIA – È quella del delitto di mafia la pista seguita dagli investigatori per l’omicidio del commerciante Angelo Ronzello, di 26 anni, ucciso la notte scorsa in un agguato a Monasterace, nella Locride.

Ronzello, che aveva trascorso la serata assieme ad alcuni amici, secondo la ricostruzione dei carabinieri, è stato ucciso con sei colpi di fucile caricato a pallettoni sparati da due sicari appostati nel buio.

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DELLE INDAGINI SULL’OMICIDIO DI ANGELO RONZELLO

Il giovane, nel momento dell’agguato, si era da poco congedato dalle persone con cui aveva cenato e si accingeva ad entrare nella propria auto. I sicari hanno sparato mirando alla testa ed alle spalle. La morte di Ronzello, che ha avuto il volto devastato dai colpi, è stata istantanea. A fare scattare l’allarme è stata la telefonata di un abitante della zona che, subito dopo avere sentito gli spari, ha chiamato i carabinieri. I militari giunti sul luogo dell’agguato, una traversa a poca distanza dalla statale 106 Ionica, hanno avviato le indagini con il coordinamento del sostituto procuratore della Repubblica di Locri, Federico Nesso. Durante la notte sono state sentite le persone che hanno trascorso la serata assieme alla vittima.

I carabinieri hanno anche ascoltato i familiari del giovane ed effettuato alcune perquisizioni a carico di diverse persone. Ad orientare le indagini sull’omicidio di mafia, oltre alle modalità dell’esecuzione, ci sono alcuni precedenti a carico di Ronzello che, dal 2007, era avvisato orale di Ps. Il giovane, in particolare, era stato denunciato più volte per detenzione e porto illegale di armi e di esplosivo. Sul conto del commerciante, che gestiva un negozio di mangimi a Stilo, un centro poco distante da Monasterace, da tempo si erano concentrate le attenzioni delle forze dell’ordine anche per le sue frequentazioni con esponenti della cosca Ruga-Metastasio di Monasterace.

Potrebbero essere state proprio queste frequentazioni a fare commettere un passo falso a Ronzello, che potrebbe avere commesso uno sgarro o un errore che gli è costato la vita. Il contesto nel quale sono concentrate le indagini è strettamente mafioso. Angelo Ronzello, tra l’altro, era figlio di Vincenzo, di 56 anni, che nel 1994 venne coinvolto in un’indagine nell’ambito della maxinchiesta «Stilaro». L’indagine riguardava le infiltrazioni della cosca Ruga di Monasterace nella gestione di appalti pubblici.

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