X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

E’ iniziata oggi, davanti al giudice distrettuale di Catanzaro, Abigail Mellace, l’udienza preliminare a carico di 27 presunti affiliati al «clan degli zingari», attivo tra Cosenza e Cassano, coinvolti nell’operazione «Timpone Rosso». Hanno chiesto di potersi costituire parte civile, oltre ad almeno sei diverse parti offese private, anche la Regione Calabria ed i Comuni di Cassano e Corigliano (tra gli avvocati Luigi Gullo, Carmen Aiello, Simona Longo, Aurelia Rossitto). Il giudice deciderà se ammettere tutti in giudizio alla prossima udienza del 4 maggio, quando scioglierà anche le proprie riserve in merito alle eccezioni preliminari presentate oggi, nell’aula bunker in via Paglia a Catanzaro, dai difensori dei tanti imputati. Le accuse contestate sono associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, tentato omicidio, porto abusivo di armi e munizionamento da guerra. Le indagini di «Timpone rosso», condotte dal Ros dei carabinieri e sfociate nel blitz dello scorso 16 luglio, avrebbero fatto luce su ben sette agguati di stampo mafioso, in cui sarebbe coinvolto il clan facente capo alla famiglia degli Abruzzese. (AGI) Cli 281656 APR 10 (AGI) – Catanzaro, 28 apr. – E’ iniziata oggi, davanti al giudice distrettuale di Catanzaro, Abigail Mellace, l’udienza preliminare a carico di 27 presunti affiliati al «clan degli zingari», attivo tra Cosenza e Cassano, coinvolti nell’operazione «Timpone Rosso». Hanno chiesto di potersi costituire parte civile, oltre ad almeno sei diverse parti offese private, anche la Regione Calabria ed i Comuni di Cassano e Corigliano (tra gli avvocati Luigi Gullo, Carmen Aiello, Simona Longo, Aurelia Rossitto). Il giudice deciderà se ammettere tutti in giudizio alla prossima udienza del 4 maggio, quando scioglierà anche le proprie riserve in merito alle eccezioni preliminari presentate oggi, nell’aula bunker in via Paglia a Catanzaro, dai difensori dei tanti imputati. Le accuse contestate sono associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, tentato omicidio, porto abusivo di armi e munizionamento da guerra. Le indagini di «Timpone rosso», condotte dal Ros dei carabinieri e sfociate nel blitz dello scorso 16 luglio, avrebbero fatto luce su ben sette agguati di stampo mafioso, in cui sarebbe coinvolto il clan facente capo alla famiglia degli Abruzzese.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE