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E’ morto nella notte all’ospedale Pugliese di Catanzaro Alfonso Capicchiano, il pregiudicato di 33 anni rimasto gravemente ferito nell’agguato mafioso avvenuto lo scorso 15 aprile a Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese. Capiacchiano era stato colpito da quattro fucilate all’addome, ad un braccio ed al volto.
Proprio per la gravità delle sue condizioni Capicchiano, poche ore dopo l’agguato, era stato trasferito nel nosocomio catanzarese dove ha lottato tra la vita e la morte per circa un mese.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti a sparare sarebbero stati due killer a bordo di un’Alfa 156 station wagon che ha affiancato Capicchiano mentre si trovava sotto la pensilina della fermata dell’autobus nella centrale piazza Berlinguer. L’Alfa è stata ritrovata poco dopo sulla strada che conduce fuori dal paese con il cofano anteriore parzialmente bruciato; all’interno c’erano quattro cartucce di fucile.
I killer, a quel punto, hanno rapinato un altro mezzo, un furgone Opel Combo, ad un operaio della zona, e hanno tentato di dileguarsi imboccando una stradina di campagna ma ben presto si sono impantanati ed hanno dovuto abbandonare anche il secondo mezzo, proseguendo la fuga a piedi. Alfonso Capicchiano, che nel 2000 rimase coinvolto nel maxi blitz antimafia contro le cosche del crotonese ‘Scacco mattò, era fratello di Francesco Capicchiano, ucciso a colpi di pistola nel marzo 2008 nel pieno centro di Isola Capo Rizzuto nell’ambito di uno scontro fra cosche. Nel maggio del 2001, nella stessa piazza in cui è avvenuto l’agguato del 15 aprile scorso, era stato assassinato anche lo zio Rosario Capicchiano, con precedenti per omicidio. L’agguato ad Alfonso Capicchiano, appartenente all’omonimo clan fino a poco tempo addietro alleato con i Nicoscia, si inquadrerebbe nell’ambito di un contrasto all’interno delle cosche di Isola Capo Rizzuto.

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