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«Sono vicino alle famiglie ed auspico che quanto prima si riformi il gruppo sciolto». Sono le parole espresse dal vescovo della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi riguardo al caso dello scioglimento del gruppo scout denominato «Rosarno-2». La posizione del vescovo sono state comunicate dal parroco don Memè Ascone della chiesa Maria Santissima di Rosarno intorno alle 15.30 durante un’assemblea pubblica a Rosarno con i genitori degli oltre 100 giovani iscritti al secondo gruppo dell’Agesci del popoloso centro della Piana di Gioia Tauro.
Un primo passo forse per la composizione del caso scoppiato qualche giorno fa quando i vertici nazionali dell’organizzazione cattolica avevano imposto le dimissioni di una ventina di capi-scout dopo l’arresto per associazione mafiosa di Franco Rao, finito nell’inchiesta della procura istrettuale antimafia di Reggio Calabria «All inside» contro il potente clan Pesce di Rosarno. All’indomani della decisione di sciogliere il gruppo, il parroco don Ascone e molte mamme dei giovani che frequentavano la sezione hanno iniziato una veemente protesta nei confronti della Curia e dei vertici nazionali dell’Agesci inviando una lettera. «Siamo mamme – avevano scritto – e viviamo a Rosarno, terra bella e disgraziata come pochi altri posti in Calabria. Una città difficile che tutti hanno imparato a conoscere solo nella parte negativa. Avevamo fatto una scelta mettendoci quella cura, quell’attenzione, quell’accortezza che ogni giorno sono necessarie alla crescita sana dei ragazzi: affidare i nostri figli agli «Scout 2». Quel gruppo a cui è stata accostata la parola più odiosa e ributtante che ci possa essere: mafia. Siamo contro la ‘ndrangheta e contro le cosche che hanno distrutto la nostra terra, ma anche contro le ingiustizie e i soprusi di tutti coloro che, nella società civile come nella chiesa e nello stato si arrogano il diritto di decidere al posto nostro e di privarci di ogni diritto». La protesta della mamme dei ragazzi era stata appoggiata nei giorni scorsi da don Ascone che si era scagliato contro l’Agesci nazionale e regionale, la Curia e un altro sacerdote, il referente di Libera nella Piana che avrebbe, secondo il parroco di Rosarno «obbligato i capi del gruppo Agisci di Rosarno a dare le dimissioni. Tutto il gruppo Agisci di Rosarno di circa 100 giovani e i capi piangono per l’offesa gravissima che hanno subito». Le parole che il vescovo Luciano Bux, sentito telefonicamente da don Ascone e riferite dal parroco rosarnese nel corso dell’assemblea da poco conclusa, potrebbe ricomporre la vicenda e portare ad una rapida soluzione del caso «Rosarno 2».

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