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di LUCIANO CONTE
Il Parlamento europeo, con un atto di elevata civiltà, nella plenaria di Strasburgo, approvando “la proposta sugli standard di qualità e sicurezza degli organi destinati al trapianto”, è intervenuto su una questione delicata per tentare di accorciare i tempi di attesa per i donatori, con una direttiva che ha “lo scopo di coprire tutti gli stadi della catena, dalla donazione al trapianto, sostenendo la cooperazione tra gli Stati membri. Negli ultimi 50 anni, il trapianto di organi ,infatti, è diventato pratica comune in tutto il mondo e, in taluni casi, rappresenta la sola cura possibile. Tuttavia, i tempi di attesa rimangono lunghi – in questo momento ci sono circa 60.000 pazienti in lista d’attesa nell’Unione – e ogni giorno 12 persone muoiono mentre aspettano di ricevere la donazione. Sono, in tale contesto, irrinunciabili regole comuni sulla sicurezza e la qualità, valide in tutta l’Ue, che dovrebbero facilitare la donazione di organi, il trapianto e lo scambio fra Stati membri. Per garantire qualità e sicurezza un passo importante, per facilitare la donazione di organi, sarà la designazione, in ogni Stato membro, di un’autorità competente, responsabile per gli standard di qualità e sicurezza degli organi umani destinati al trapianto. Questa autorità avrà il compito di stabilire le norme da rispettare in tutti gli stadi del procedimento, dalla donazione al trapianto, sulla base dei criteri approvati a livello europeo, lasciando liberi gli Stati membri di imporre criteri più severi di quelli proposti dall’Unione. L’autorità così costituita deve approvare “le organizzazioni per l’approvvigionamento di organi e i centri di trapianto”, deve allestire “un sistema di gestione e relazione per le reazioni avverse”, deve raccogliere “i dati sui trapianti effettuati” e deve supervisionare “gli scambi di organi tra gli Stati membri e i paesi terzi”. La tracciabilità dal donatore al paziente e viceversa sarà parte integrante del sistema, mentre saranno comunque assicurate la riservatezza e la sicurezza dei dati. La direttiva europea stabilisce anche “il quantitativo minimo di dati che deve essere raccolto come regola per ogni donazione”, consentendo possibili eccezioni se la valutazione rischi-benefici mostrerà che i primi vengono superati dai secondi. La direttiva suggerisce agli Stati membri di assicurarsi che “il personale coinvolto sia adeguatamente qualificato, formato e competente”. Resta prioritaria la lotta contro il traffico di organi, per cui il Parlamento europeo sollecita gli Stati membri ad assicurare la protezione più ampia possibile ai donatori viventi, sottolineando che la donazione di organi deve essere “volontaria e non remunerata”. Gli Stati membri dovranno, inoltre, vietare qualsiasi pubblicizzazione della necessità o della disponibilità di organi a scopo di lucro. Per attuare tutto questo è necessaria la cooperazione fra gli Stati, costituendo un network di autorità competenti per stabilire le procedure per lo scambio di informazioni e per sollecitare accordi con le organizzazioni europee per lo scambio di organi. Per dare piena attuazione alla direttiva, gli Stati membri devono attivarsi per invitare “i cittadini a iscriversi nel registro dei donatori quando richiedono il passaporto o la patente di guida, e a includere nella carta d’identità e negli altri documenti una nota che li identifichi come donatori di organi”, consentendo l’iscrizione online nel registro dei donatori, invitando, nel contempo, la Commissione a “creare un sistema che permetta che i desideri dei cittadini siano presi in considerazione nel maggior numero possibile di Stati membri”. Una direttiva attesa che dà speranza a quanti hanno bisogno della solidarietà degli altri in tempi brevi.

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