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di PAOLO OROFINO
Il girotondo del fascicolo sul faccendiere Renato D’Andria: da Catanzaro a Paola, da Paola a Cosenza, da Cosenza a Catanzaro. Potrebbero sembrare le tappe di un treno in viaggio ma non lo sono. Si tratta dello strano giro compiuto da uno dei filoni principali dell’inchiesta sui parchi eolici calabresi. Filone avviato dalla procura di Catanzaro, e poi rimbalzato fra le procure di Paola e Cosenza per poi essere rimandato, dopo tre anni, al punto di partenza. Si tratta del troncone d’indagine relativo alle posizioni di Renato D’Andria, il noto faccendiere plurinquisito, ex leader nazionale dello Psdi, di Diego Tommasi, ex assessore regionale all’Ambiente e di Angelo Gangi, avvocato cosentino, che avrebbe fatto da trait d’union fra i due.
Tutti e tre sono stati iscritti nel registro degli indagati, il 9 ottobre del 2007, dall’allora pm di Catanzaro, Luigi de Magistris. Questo filone investigativo «afferente a presunte illiceità nella gestione dei finanziamenti pubblici nel settore della energia eolica» è stato all’epoca inglobato nel maxi fascicolo cosiddetto Why Not. Dopo l’avocazione di tale procedimento giudiziario ad opera della procura generale catanzarese, il troncone sull’eolico fu stralciato e inviato per competenza alla procura della Repubblica di Paola, che già aveva ipotizzato illeciti dietro la realizzazione delle torri eoliche, mettendo sotto la lente i comportamenti di Nicola Adamo, all’epoca assessore regionale alle Attività produttive, e di altri indiziati, a causa di una presunta megatangente, pagata per la realizzazione di un parco eolico a Isola Capo Rizzuto.
A Paola sono stati sentiti dai magistrati sia Renato D’Andria che Diego Tommasi. Dopodichè, a seguito del cambio di sede del pm Eugenio Facciolla, titolare del fascicolo, il procuratore di Paola, Bruno Giordano, ha deciso di trasmettere tutto il fascicolo sul business dell’eolico, comprese le posizioni di D’Andria e Tommasi, alla procura di Cosenza, che qualche mese prima, sempre da Paola, aveva ricevuto un’altra indagine collegata al caso eolico, quella inerente il Cosenza calcio, che vede coinvolto, fra gli altri, l’ex patron rossoblù, Paolo Fabiano Pagliuso.
I pm di Cosenza hanno mantenuto il fascicolo giusto il tempo di leggerlo. Lo scorso mese di febbraio, infatti, i quasi cento faldoni dell’inchiesta hanno lasciato il tribunale della città bruzia, destinazione Catanzaro. La procura della Repubblica del capoluogo è ritornata, dopo tre anni ed un giro quasi incredibile, a essere competente sul filone D’Andria e Tommasi. A quanto pare i fascicoli hanno girato più delle pale eoliche.

“RENÀ! SONO IN PIENA ESECUZIONE AL SENATO … DIECI E MEZZO UNDICI APPUNTAMENTO DOMANI”
Così dice al telefono Diego Tommasi, il 5 giungo del 2007, quando era assessore regionale all’Ambiente. Dall’altro capo della cornetta Renato D’Andria, sempre con il vizio della finanza d’assalto, che ad un certo punto ha rivolto la sua attenzione pure sull’affare “eolico”.
Il contenuto di questa e altre intercettazioni secondo gli investigatori «è scevro da dubbi poiché non lascia spazio a doppi sensi». «I due, nell’arco di sei giorni, hanno avuto cinque contatti telefonici per fissare un appuntamento presso il Ministero dell’Ambiente a Roma, in quanto Renato è interessato alla costruzione e vendita di centrali eoliche in Calabria e chi meglio del suddetto assessore – si legge negli atti dell’indagine – può garantirgli le varie autorizzazioni. Renato deve assolutamente incontrare una persona del Ministero, la quale per varie ragioni non riesce ad incontrare».
Diego Tommasi a questo punto sarebbe intervenuto direttamente: «Renà! sono in piena esecuzione al Senato … dieci e mezzo undici appuntamento domani».
Il giorno dopo, come dimostrano altre intercettazioni riportate i due si incontrano per andare al Ministero. «Tommasi – sostengono gli investigatori – avendo svolto il proprio compito, ora desidera ricevere della riconoscenza da parte del D’Andria».
A supporto di tale ricostruzione, in procura vengono inviate altre “rilevanti” intercettazioni fra D’Andria e una stretta collaboratrice di Tommasi. In una conversazione captata in quei giorni la donna dice a D’Andria: «Ascolta gli dai intanto un occhiata alla parte amministrativa …». Renato gli risponde che ha già dato uno sguardo e che ha predisposto il da farsi, dopodichè afferma: «ti faccio trovare un circolare, cosi evitiamo di fare i
bonifici! Eh!».
Per gli inquirenti D’Andria «deve quindi, pagare la signora (omissis) per qualche cosa che ha ottenuto». La donna «parla sempre a nome del Tommasi».
Tutti questi dialoghi ed altri ancora, sommati a ulteriori indizi raccolti nel corso delle attività investigativa costituiscono la griglia accusatoria nei confronti del faccendiere partenopeo e dell’ex assessore regionale all’Ambiente. Al vaglio della magistratura anche i contocorrenti e le frequentazioni di Angelo Gangi, contemporaneamente in rapporti con D’Andria (avendo in passato lavorato con la moglie del faccendiere che abitava a Castrolibero) e con Diego Tommasi. Non solo. Gangi conosceva anche l’ex ministro all’Ambiente, Pecoraro Scanio. Lo conferma lo stesso Tommasi, rispondendo ad una domanda dei pm:
«L’avvocato Angelo Gangi – riferisce Tommasi – conosce l’onorevole Pecoraro Scanio. Gangi e D’Andria si conoscono da più tempo considerando che sia Gangi che la moglie di D’Andria sono di Castrolibero. Gangi conosce (pure) Pino Tursi Prato».

“EOLICO EOLICO EOLICO”
D’Andria, che è uno degli indagati chiave di tutto il maxifascicolo, “eolicamente” parlando, come tanti altri in questa vicenda, era interessato ad investire su Crotone. In tale trama avrebbe avuto un ruolo anche (omissis) dirigente regionale (oggi ex), ritenuto “politicamente vicino” all’allora governatore Agazio Loiero. D’Andria mentre parla al telefono con questo dirigente, dopo un batti e ribatti ha esclamato: «Noi stiamo tirando fuori un milione di euro per Francesco (per i pm altro amico di Loiero, ndc) e ora Agazio non si può fare i cazzi suoi». Si trattava dell’acquisto di un terreno nel crotonese ad un prezzo molto vantaggioso per il venditore (Francesco) che aveva seri problemi economi. Su quell’appezzamento doveva sorgere una centrale eolica.
E, a proposito dell’interesse mostrato dall’indiziato sull’area di Crotone, è stata degna di nota la seguente telefonata, datata 24 luglio 2007.
UOMO: la chiamavo perché e … di là per … per le centrali.. …
RENATO:… eh!. ..
UOMO: Eoliche!. .. mi chiedono … se … se … vuole mettersi al tavolo non so io le .. .le ho fatto anch.. e un email. ..le ho mandato
(omissis)
RENATO: dottore.forse non ci siamo capiti!. .. o è gente che … u … porta seri discorsi avanti … perché se viene a pensare di fare la speculazione su di me … ha sbagliato, diciamo, soggetto!. .. e io … gli ho già spiegato … se sono seri sulle quattrocento … (intende 400.000 euro, ndr) a mega-watt ci possiamo sedere ma con cose concrete se no è inutile perdere tempo ha capito!? … Io non ho purtroppo sto veramente impazzendo per la mancanza di tempo … corro a destra e a sinistra … devo aprire il cantiere …. un casino! … quindi solo cose serie e concludenti noi possiamo … affrontare in questo momento … ( si accavallano le voci) …
UOMO: no perché perché … perché .. .loro .. .inc … ( si accavallano le voci) …
RENATO: quindi è lei che si deve … deve imporre a sta gente! … “siete sicuri? Fatemi la lettera di offerta che siete disponibili a trattare su quattrocento punto!. Allora la lettera che lei può avere … se la tiene lei però si … è sicuro che facciamo una cosa optativa non a perdere tempo … mi spiego o no? ..
UOMO: Va bene signor D’ Andria
RENATO: perché guardi …c’è una … asse … mi perdoni, c’è una vivacità su questo argomento dell’eolico … che lei non immagina neppure! Stanno tutti a cercare EOLICO! EOLICO !.EOLICO! ma i prezzi mi creda … e glieli faccio rivedere ancora anche delle ultime offerte che hanno avuto dei miei amici che mi hanno passato la .. .l’operazione di … un’ altra vicino Crotone…
UOMO: si!. ..
RENATO: e stiamo già attorno ai quattrocentoventi-quattrocentoquaranta … (intende 420.000-440.000 euro, ndr) loro!! le ho detto quattrocento perché non voglio perdere tempo a … non sono i venti mila più o meno che mi fanno … cambiare la vita ha capito? .. eh!. ..

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