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di FABIO AMENDOLARA
Il Dna prelevato in modo coatto a Danilo Restivo, indagato per l’omicidio di Elisa Claps in Italia e incriminato in Inghilterra per il delitto della sarta Heather Barnett, è arrivato a Roma, negli uffici della polizia scientifica. Lì verrà confrontato con il materiale biologico «isolato» dai reperti che sono stati trovati nel sottotetto della chiesa della Trinità di Potenza, luogo del delitto del caso Claps.
Restivo si presenterà oggi in tribunale a Winchester per l’udienza in cui verrà discussa la richiesta di libertà su cauzione, avanzata dal suo avvocato, Tracey Watson. Poi sarà stabilita la data di inizio del processo, che potrebbe tenersi a dicembre o nei primi mesi del 2011.
Ora – come anticipato ieri dal Quotidiano – è accusato anche dell’omicidio di Jong Ok Shin, detta Oki, studentessa sudcoreana uccisa il 12 luglio del 2002 sempre a Bournemouth, quattro mesi prima del delitto Barnett. Contro di lui si sta muovendo la difesa di Omar Benguit, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Oki. L’avvocato di Benguit, Giovanni Di Stefano, ha presentato alla Corte della corona una richiesta di incriminazione nei confronti di Restivo. Oki fu uccisa con tre coltellate alla schiena. Secondo il legale di Benguit, la ragazza fu uccisa con un paio di forbici e le fu tagliata una ciocca di capelli. Elementi che potrebbero condurre a Restivo di cui è nota l’abitudine di tagliare ciocche di capelli alle ragazze.
Restivo, secondo l’avvocato, conosceva Oki. Inoltre: nell’omicidio di Oki ci sarebbero «elementi in comune con gli assassini di Elisa Claps e della Barnett» che vanno dal mancato alibi negli orari in cui sono stati commessi i delitti al binomio forbici-capelli che è una costante nei tre casi. Nell’istanza presentata a Bournemouth il legale di Benguit chiede al Tribunale di trattare la richiesta «con la massima celerità possibile» e si dice pronto ad apparire in aula. La richiesta del legale è possibile in Inghilterra perché chiunque, non solo la procura, può perseguire un crimine. Oki fu uccisa alle prime ore nella giornata, mentre rientrava a casa, in Malmesbury Park Road, nel quartiere di Charminster, a pochi isolati dall’abitazione di Restivo. Pochi giorni fa la Commissione nazionale inglese ha accolto l’istanza per la revisione del processo e ha aperto un’istruttoria sul caso. Nei giorni scorsi gli investigatori inglesi hanno interrogato Restivo anche sul caso della studentessa coreana. Danilo ha negato. La polizia scientifica inglese ha raccolto alcuni elementi utili alle indagini nella villetta di Capston Road, dove Restivo viveva, fino al giorno del suo arresto, con la moglie Fiamma Basile Giannini e i suoi figliastri. Le ricerche della scientifica si sono spostate nel giardino. In sei settimane i risultati arriveranno sul tavolo del procuratore Alastair Nisbet.
f.amendolara@luedi.it

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