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«L’Avis provinciale di Cosenza non può più garantire la raccolta del sangue». La dichiarazione perentoria e senza ambiguità è del presidente dell’Avis provinciale di Cosenza, l’avvocato Angelo Coscarella (in foto): «Non abbiamo le risorse finanziarie sufficienti. Vantiamo un credito che ha superato i 300.00 euro dovuto ad oltre due anni di ritardo nell’erogazione dei rimborsi da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale e dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. A nulla finora sono valse le richieste prima, verbali e scritte, e le proteste poi, ai dirigenti delle due strutture sanitarie cosentine.
Il prossimo martedì 1 giugno ho convocato il Consiglio provinciale in seduta straordinaria per discutere e decidere il da farsi. Alla riunione ho invitato anche il governatore della Regione Giuseppe Scopelliti. A lui notificheremo ufficialmente la nostra impossibilità ad operare e le risposte indifferenti che in questi anni ci hanno dato i dirigenti sanitari di Cosenza. Il credito va sanato immediatamente, senza se e senza ma. Diversamente, per eseguire le trasfusioni di sangue per tutti i pazienti bisognosi e per coloro che subiscono interventi chirurgici, bisognerà necessariamente fare richiesta alle regioni del Nord. Ciò significa che oltre a fare l’ennesima brutta figura bisognerà pagare ben oltre i 300.00 euro negati all’AVIS provinciale di Cosenza.
Viviamo in una situazione di gravissima precarietà non solo nella raccolta del sangue ma anche per la gestione ordinaria dei bisogni elementari quotidiani. Molti presidenti di sezioni comunali hanno spesso anticipato soldi per acquistare la benzina per l’attività di raccolta nei comuni della nostra provincia, soldi per le spese del telefono e del fitto della sede, dove esiste. Alcuni comuni non hanno sede, grazie all’insensibilità e alla incapacità delle amministrazioni comunali di reperire un locale. In questi casi la sede dell’AVIS è la casa privata del presidente. I soldi anticipati, ovviamente, non sono mai stati recuperati. In queste condizioni non si può assicurare alcun servizio ed è ora che i cittadini sappiano, non perchè i donatori vogliono disinteressarsi dei bisogni della gente che soffre ma, invece, per chiedere ad essi aiuto a risolvere una volta per tutte il problema dei rapporti con le strutture sanitarie cosentine. Con sacrifici inenarrabili e dedizione caparbia dell’AVIS, la Regione Calabria ha oggi raggiunto finalmente l’autosufficienza: nella raccolta del sangue non abbiamo più bisogno di rivolgerci alle regioni del Nord, ma se le risorse finanziarie non arrivano tutto sarà stato vano e si dovrà tornare a chiedere il sangue ad altri e, ovviamente pagarlo. Di ciò ci sarà solo da vergognarsi e chi dovrà farlo non sono certo i donatori».

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