X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

di LEO AMATO Due uomini e un materasso all’ombra del sottotetto di una chiesa nel centro città, lì dov’è rimasto per diciassette anni il corpo martoriato della giovane Elisa Claps, uccisa dopo un barbaro tentativo di violenza sessuale, più uno straccio nei locali della canonica di fianco. Cosa accadeva veramente in quelle stanze avvolte dall’odore degli incensi è un mistero che rischia di svanire da un momento all’altro. A quasi quattro mesi dal ritrovamento del cadavere, e due dall’esito della perizia medico-legale che ha restituito gli ultimi istanti della giovane ragazza potentina, emergono particolari che rivelano scenari inaspettati. Tra i sacchi di reperti sequestrati nel sottotetto e nei locali attigui della chiesa della Trinità il professor Vincenzo Pascali, Direttore dell’Istituto di medicina legale dell’Università cattolica del Sacro Cuore, ha isolato tracce di Dna di due diverse persone di sesso maschile. La circostanza è stata riferita nel corso di un incontro che si è svolto ieri mattina a Roma tra avvocati, investigatori, e i periti nominati dal gip di Salerno. Due profili diversi estratti dai residui di sperma che sono stati isolati su un materasso ritrovato nel sottotetto, di quelli molto sottili, piegato in una branda da campeggio, chiusa e appoggiata alla parete sul lato opposto al punto dov’è stato scoperto il cadavere di Elisa. Poi c’è un terzo Dna isolato da un’altra macchia di sperma su uno strofinaccio che era nei locali del centro Newman, nella canonica della chiesa. Sembra che una datazione delle tracce sia impossibile con le tecnologie a disposizione ma non sarebbero recenti. Due campioni – uno di quelli provenienti dai residui isolati dal materasso, l’altro da quelli dello strofinaccio – sono risultati sovrapponibili, quindi apparterrebbero alla stessa persona, mentre il terzo è risultato diverso e apparterrebbe a una seconda. Ora si tratta di capire chi siano questi due, quindi nei prossimi giorni i campioni saranno confrontati con quello appartenente a Danilo Restivo, unico indagato per il delitto di Elisa Claps e detenuto nel Regno Unito per l’omicidio di una sarta inglese. Il suo materiale genetico sarà estratto per l’occasione da alcuni oggetti personali, nove in tutto, che gli sono stati sequestrati dagli agenti inglesi, e sono rimasti sigillati fino ad ora, dopo il trasporto da oltremanica, proprio per effettuare tutte le prove del caso. Le buste verranno aperte alla presenza dell’avvocato Mario Marinelli, legale dell’indagato. Restivo infatti, proprio per l’assenza del suo difensore, nonostante l’annunciata disponibilità, si era opposto al momento dell’arresto al prelievo di sangue o saliva per l’estrazione del suo profilo genetico, come era stato richiesto con rogatoria internazionale alle autorità della Corona dalla magistratura di Salerno. Il confronto tra questo materiale genetico e quello estratto tra i reperti del sottotetto potrebbe svolgersi subito nei prossimi giorni, dopo di che la relazione finale dei consulenti dovrebbe essere consegnata a disposizione dei magistrati.
Dal canto suo il procuratore generale di Salerno Lucio Di Pietro, che è il titolare delle indagini sul caso, non conferma la notizia. Ha dichiarato che «anche se è stato trovato qualcosa, non si tratta di elementi decisivi». In totale i periti nominati per esaminare una quantità di reperti come quella prelevata nella Trinità sono ben cinque e i risultati del loro lavoro saranno resi noti solo la prossima settimana. Questo venerdì invece è previsto un nuovo accesso ai luoghi del delitto da parte di avvocati e investigatori. Verranno esaminate le sostanze presenti sul fondo del sottotetto per confrontarle con quelle ritrovate sotto le suole delle scarpe indossate da Elisa, per cercare di scoprire quali siano stati i suoi ultimi spostamenti.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE