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IL dna isolato nei locali della Trinità non è di Danilo Restivo. Lo ha stabilito il gruppo di periti coordinato dal professor Vincenzo Pascali, Direttore dell’Istituto di medicina legale dell’Università cattolica di Roma. Gli esiti degli accertamenti genetici sono stati già trasmessi al gup di Salerno, che aveva disposto la consulenza. Il dna ritrovato è stato confrontato con quello di Danilo, che resta indagato per l’omicidio di Elisa Claps, prelevato da una tazza e un bicchiere dell’uomo, sequestrati, insieme ad altri oggetti personali, alcuni mesi dalla polizia inglese e inviati in Italia per l’estrazione del Dna, su richiesta della magistratura di Salerno. Il profilo genetico dell’indagato è stato poi confrontato, con esito negativo, con i Dna di due uomini, estratti dai periti genetisti da residui di liquido seminale ritrovati tra i reperti sequestrati nel sottotetto della Chiesa della Trinità e nel sottostante circolo culturale Newman di Potenza. Danilo Restivo è indagato in Italia per l’omicidio volontario di Elisa Claps (nei suoi riguardi è stato emesso un mandato di arresto europeo) e nel Regno Unito, dove è detenuto, per l’omicidio della sarta inglese Heather Barnett.
La notizia è stata commentata dal legale della famiglia Claps, Giuliana Scarpetta. «Non c’era dubbio che non fosse suo quel dna. Non mi aspetto nulla dall’incidente probatorio. Che si trovino tracce del dna di Restivo nel sottotetto è, secondo me, improbabile e, come ho più volte detto, del tutto inessenziale». Spiega: «Non sappiamo a chi fosse appartenuto quel materasso, nè da quanto tempo fosse lì. Quel ritrovamento è stato solo la conferma del fatto che in quella chiesa si consumassero atti sessuali». Piuttosto, «io non mi aspetto, da questa enorme mole di lavoro che si sta facendo sui reperti, a distanza di 17 anni, che venga fuori altro. Ma le prove della colpevolezza di Restivo sono più che sufficienti», aggiunge. «Inoltre – secondo il legale – Restivo ha tentato di stuprare Elisa, come si è letto dalla perizia di Francesco Introna, ma molto probabilmente non ci è riuscito, perchè lei si è difesa strenuamente. Che dna cerchiamo?».

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