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Sono passati trent’anni ma le sue canzoni sono rimaste nel cuore di chi lo ha amato e soprattutto i temi sono sempre attuali, e le generazioni future hanno continuato ad ascoltarle, suonarle, cantarle. Se quel tragico incidente non gli avesse spezzato la vita a soli trent’anni, il cantautore crotonese Rino Gaetano avrebbe festeggiato oggi il suo 60esimo compleanno. Artista crotonese conosciuto in tutto il mondo, iniziò con il quartetto dei Krunx messo in piedi da Salvatore Antonio Gaetano, in arte Rino Gaetano, insieme ad alcuni amici. I primi contatti con i discografici iniziano, grazie a Marcello Casco, con l’ingresso al Puff, il cabaret di Lando Fiorini. Il debutto discografico arriva nel 1973 con ‘I love you Marianna’, mentre il primo album, ‘Ingresso libero’ viene pubblicato l’anno succesivo e già mostra quello che sarà lo stile innovativo e provocatorio di Rino. Il 45 giri che lo consacra al successo è del 1975, ‘Ma il cielo è sempre più blu’. E poi arriva il successo di Sanremo, al quale Rino partecipa con la canzone “Gianna” piazzandosi terzo posto. Ma quel 2 giugno del 1981, altra data che i suoi fan ricordano ogni anno, pochi giorni prima del suo matrimonio, Rino Gaetano perde la vita in seguito ad un terribile incidente stradale sulla Nomentana, a Roma. Oggi avrebbe soffiato sessanta candeline ma Rino ha lasciato un segno ben più profondo di un semplice “ricordo”. Chi ama Rino Gaetano può portargli ancora un fiore al Verano, il cimitero monumentale dove Rino è sepolto. Quella sua Calabria a Cutro e Crotone lo ricorda con piazze, murales e statue, sorridente con i riccioli e le camicie colorate, o malinconico con il cappello di scena. Oggi è ancora considerato tra i cantautori più influenti di sempre, ma pochi seppero capirlo, prima della sua scomparsa. Rino, prima di intonare “Nuntereggaepiù”, una delle tante canzoni-manifesto, passate come un testimone da una generazione all’altra, suonata a un concerto in spiaggia nel ’79 a Capocotta, disse: «C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate
dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta ». Parole, che per molti, sono il presagio di una strana morte.

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