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Un altro presunto caso di malasanità si è verificato a Cosenza dopo quello che ha riguardato un bimbo di appena un mese, figlio di una giovane romena di 18 anni, deceduto dopo svariati trasferimenti da Cetraro a Cosenza.
Sempre nella città dei Bruzi, sotto inchiesta invece la clinica “La Madonnina” dove mercoledì scorso un bimbo è nato morto durante un parto cesareo.
Sul corpicino ora sarà effettuata l’autopsia disposta dal pubblico ministero bruzio Giuseppe Casciaro, che sulla vicenda ha aperto un fascicolo a seguito della denuncia presentata ieri mattina in Procura dagli avvocati Francesco Santelli e Rachele Posteraro, del foro di Cosenza, nominati dai genitori del piccolo, una giovane coppia di Cosenza. La mamma, di 35 anni, è tuttora ricoverata in clinica per i postumi del cesareo ignara di aver perso il suo piccolo mentre è stato il marito a denunciare i fatti alle forze dell’ordine, chiedendo che si faccia chiarezza sulle reali cause del decesso. Intanto oltre all’autopsia è stato disposto il sequestro delle cartelle cliniche.
Ai familiari in attesa fuori dalla sala operatoria è stato spiegato che il decesso è stato causato dal distacco della placenta. Spiegazione che non ha convinto il papà del piccolo, che ha subito denunciato la cosa alla polizia.
Ieri la presentazione della denuncia in Procura, col magistrato di turno che ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia, che sarà effettuata in queste ore.

DALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA SUL SSN:
Sulla vicenda è intervneuto Ignazio Marino, presidente della commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale: «Ho chiesto – ha sapere – ai carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione di avviare una istruttoria per far luce su quanto accaduto nella clinica privata di Cosenza. Ci interessa, in particolare, approfondire le condizioni in cui opera questa clinica». Marino vuole sapere quanti parti l’anno vengono assistiti e qual è la percentuale dei cesarei: «sono dati importanti – spiega – per comprendere se la struttura opera nelle condizioni di sicurezza indicate dal ministero della Salute. E’ necessario – aggiunge – chiudere le strutture dove avvengono meno di 500 parti l’anno, perchè l’esperienza internazionale dimostra che possono essere pericolose, per la mamma e il bimbo, soprattutto in condizioni di emergenza».
Da parte sua, Franco Maria De Rose, commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, ha «immediatamente proceduto alla costituzione di una commissione composta da esperti sanitari con il compito di ricostruire i fatti e accertare eventuali responsabilità. Il provvedimento – si legge in una nota stampa – è stato disposto anche per fronteggiare l’urgente bisogno di documentare meticolosamente tutte le fasi che si sono succedute nella vicenda. La delicatezza dell’episodio ci impone di fare tutto ciò che compete a questa Asp per contribuire a ricostruire la verità dei fatti». La commissione, dopo aver esaminato gli atti, procederà a stilare un’apposita relazione tecnica, illustrativa e descrittiva dell’evento.

L’ALTRO CASO ALL’OSPEDALE DI COSENZA
La direzione dell’azienda ospedaliera di Cosenza ha reso noto di aver istituito una apposita commissione d’indagine interna per fare chiarezza sul caso della morte della neonata prematura. In una nota l’azienda sanitaria sostiene che «dalla ricostruzione degli avvenimenti, per come redatta dal dott. Arturo Laino, direttore sanitario del presidio ospedaliero di Paola, si evince che l’1 dicembre la gestante, trasferita dal presidio ospedaliero di Paola dal Suem 118, è stata ricoverata, alle ore 7:56, con diagnosi di ammissione di minaccia di parto pretermine, presso l’ospedale di Cetraro.
In reparto, la paziente è stata sottoposta a intervento di taglio cesareo. Avvenuta la nascita della neonata e appurate la criticità delle sue condizioni, è stato disposto il ricovero della piccola presso l’Unità Operativa di Pediatria, alle ore 8.40, con diagnosi di ‘Asfissia perinatalè».
«In seguito alle manovre rianimatorie – prosegue la nota dell’Azienda sanitaria – eseguite, le condizioni cliniche della neonata risultavano decisamente migliorate. Pertanto, intorno alle ore 9 nella stessa mattinata, è stato deciso il trasferimento della bambina a mezzo Suem 118 presso la Terapia intensiva neonatale dell’Azienda ospedaliera. Durante il tragitto le condizioni cliniche della piccola si sono mantenute stabili. Risulta, quindi, che siano state effettuate tutte le prestazioni di urgenza necessarie, prima del trasferimento. Successivamente, alle ore 4.45 del 29 dicembre la stessa bambina, trascorsi 28 giorni dalla nascita giungeva, portata dai genitori, presso l’Ospedale di Paola, priva di vita. I medici del presidio hanno potuto solo constatare l’avvenuto decesso e avvisare la magistratura per gli accertamenti del caso».

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