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MARATEA – Negli ultimi dodici anni, la strada statale 18 Tirrena Inferiore è stata interrotta in punti diversi (Ogliastro, Castrocucco, Canale di Mezzanotte, Crivi, Scialandro), in modo significativo per più di 10 volte, per un periodo complessivo di 720 giorni circa. Le conseguenze sotto gli occhi di tutti sono disagi «ingentissimi» per le popolazioni limitrofe e “«danni incalcolabili all’economia dell’area». L’associazione “Non staremo più a guardare” vuole mettere la parola fine a questo «stillicidio d’interruzioni». Lo ha ribadito nel corso della Conferenza stampa che si è tenuta la mattina di sabato 29 gennaio, a Sapri annunciando manifestazioni di protesta e azioni legali. Ed è stato proprio il legale nominato dall’associazione, l’avvocato Franco Maldonato, ad aprire i lavori della conferenza, ricordando Alfonso Bonocore, il ragazzo di Sapri rimasto vittima della caduta di un masso, in territorio di Maratea, per il sisma del nove settembre 1998.

Il conseguente procedimento penale, ha individuato il settore istituzionalmente competente, con la condanna per omicidio colposo del responsabile del settore difesa del suolo, ed ha fatto luce, con la perizia del professor Bellario, sulla natura del territorio che sovrasta la SS18: un versante particolarmente suscettibile a fenomeni di frane e di crolli, senza eventi premonitori. «Se c’è un messaggio che noi vogliamo trasmettere – ha spiegato l’avvocato Maldonato – è che non possiamo ritenerci appagati da un intervento provvisorio, ma vogliamo sollecitare un intervento complessivo per la protezione e la sicurezza del territorio». Per ottenere questo risultato il comitato è pronto ad attività di denuncia pubblica e penale. L’avvocato Maldonato, lo scorso quattro gennaio, ha diffidato l’amministrazione di Sapri, la Regione Campania e Basilicata, l’Anas e la Protezione civile per omissione di atti d’ufficio. L’unico a rispondere è stato il capo della Protezione civile Gabrielli che si è limitato, spiega Maldonato, ad indicare le competenze tra i vari enti. Per questo, dopo la diffida, il prossimo passo legale sarà una denuncia penale in ordine al reato di omissione di atti d’ufficio. «Che noi riteniamo già consumato – ha chiuso Maldonato – e che spetterà valutare all’autorità giudiziaria». Le continue interruzioni hanno cambiato la qualità della vita dei cittadini, ha ribadito il presidente dell’associazione Raffaele Bisogno: «Viviamo nel terrore ogni giorno che possano giungere notizie di nuovi crolli». Inoltre i dubbi sulla SS18 mettono a rischio gli interventi degli imprenditori, ha aggiunto Pompeo Limongi. «Senza certezze sulla SS18 – ha detto – non c’è più certezza nella programmazione degli investimenti, per tutto il Golfo». La sensazione dell’associazione è che il confine campano-lucano: «sia terra dimenticata, troppo lontana dai centri decisionali». Per questo si pensa ad una manifestazione generale dove coinvolgere cittadini, scuole, istituzioni e partiti e intanto si chiede con forza: l’istituzione con urgenza di un comitato scientifico per la riapertura; di portare la questione ad un’attenzione nazionale; di far affrontare le emergenze ad un unico soggetto responsabile; di migliorare il trasporto ferroviario con fermate di treni interregionali in tutte le stazioni attive tra Scalea e Policastro.

Francesco Zaccara

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