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Gentile Direttore,
l’immagine delle Tavole Palatine sommerse dall’acqua che il suo giornale ci ha riproposto già diverse volte in questi giorni, con i capitelli che affiorano appena, e dell’area archeologica di Metaponto trasformata in un lago artificiale mi sono impresse negli occhi. Un’immagine così lontana da quella cartolina che tanti turisti durante le vacanze a Metaponto spediscono ad amici e parenti per testimoniare, con orgoglio, dove hanno trascorso le ferie e che diventa più di un manifesto promozionale-pubblicitario e di un invito a venire in vacanza a Metaponto.
Credo che i resti del tempio dorico dedicato alla dea Hera siano diventati il simbolo della volontà di rinascita delle popolazioni del Metapontino, popolazioni orgogliose e tenaci che hanno superato mille avversità e difficoltà e sono sempre rimasti in piedi. Per questo mi rivolgo al suo giornale, che ha dimostrato grande sensibilità al dramma della gente di quest’area, perché diventi portavoce di una campagna per il recupero delle Tavole Palatine e quindi per la rinascita del Metapontino.
Tra le mie preoccupazioni di queste ore, continuo a chiedermi cosa diremo ai giovani dell’equipe del prof. Joseph Coleman Carter dell’Università del Texas che ogni estate vengono da noi per proseguire gli studi del Centro di Agro-archeologia di Metaponto (in attività presso l’Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa Pantanello di Metaponto) che riguardano le origini dell’agricoltura lucana e le trasformazioni che avvennero in agricoltura nell’epoca della Magna Grecia. Quali “scuse” potremo mai trovare per tentare di spiegare che non siamo riusciti a preservare un bene archeologico così prezioso?
Dobbiamo fare ogni sforzo per conservare alle nuove generazioni quello che è un simbolo del nostro patrimonio storico-archeologico e dei nostri beni culturali per attrarre i flussi turistici internazionali e che pertanto deve tornare all’aspetto originario e di fruizione per turisti e visitatori. E’ una priorità anche questa simbolica ma di grande significato se vogliamo il ritorno alla normalità dopo gli eventi alluvionali che hanno messo in ginocchio il Metapontino.
Ho ascoltato al Tg3 Basilicata l’”accorato appello” del sovrintendente De Siena per “salvare l’antica polis di Metapontum”.
Se l’allagamento dell’area archeologica secondo i primi rilievi della Soprintendenza Archeologica per la Basilicata ha provocato una situazione di danni decisamente maggiore a quella dell’alluvione del 2008 che pure ha registrato una situazione di gravi danni all’intera area metapontina è necessario dunque un’iniziativa straordinaria della Giunta Regionale tenuto conto che il Ministero ai Beni Culturali come testimonia la vicenda del crollo di un’area dell’antica Pompei non dispone di un solo euro per assicurare interventi di emergenza. E come non raccogliere la sollecitazione del sovrintendente De Siena a non limitarsi a recuperare l’area archeologica liberandola dall’acqua e dal fango ma a capire le reali cause che hanno provocato i danni?. E’ dunque necessario definire, con la Sovrintendenza Archeologica, un piano di messa in sicurezza dell’area archeologica di Metaponto per prevenire situazioni di rischio, altrimenti in un’eventuale nuova calamità naturale non ci saranno più attenuanti per nessuno. Sono certo che una campagna su questo tema riuscirà a riscuotere l’interesse internazionale di tante associazioni culturali ed anche di privati che avranno modo di manifestare direttamente il proprio impegno per recuperare e mettere in sicurezza le Tavole Palatine che nemmeno i Saraceni riuscirono a distruggere.

Nicola Benedetto
consigliere regionale IdV

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