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GINO era in sala operativa dalle 23 della sera prima. Senza sonno, «stremato», ma davvero è filato tutto liscio. A metà pomeriggio, quando a viale del Basento, nella zona industriale dove sono stati fermati i pullman, la gran parte dei manifestanti era già oltre i confini della città, «un caffè, adesso si può». Cinque minuti al bar, quello accanto alla sala operativa di via Nazario Sauro, servono per fare il punto non ufficiale: non sono arrivate lamentele, «il che è il primo segno». La viabilità, nonostante le grandi limitazioni, non ha dato problemi, i rioni della città non toccati dalla manifestazione non hanno subito eccessivi rallentamenti e, soprattutto, la scale mobili di Potenza hanno sopportato un flusso di persone da «record». Allora serve avere gli impianti meccanizzati più lunghi di Europa. «Serve, serve, almeno in questi casi». Lo hanno riscoperto pure i pontentini che di norma non sono grandi utenti della viabilità alternativa. Trentamila i passaggi contati alla 16 del pomeriggio. Il caffè e un succo di mirtilli sono la sosta a “grosso” della giornata passato di chi ha guidato nel centro operativo misto, a distanza, tutte le operazioni, dato ordini, controllato, verificato. Il comandate della Polizia municipale, Donato Pace si scioglie: i suoi uomini hanno fatto «un lavoraccio». I primi erano in sella alle motociclette già dalle cinque ad accogliere gli autobus da fuori città e cominciare a bloccare gli accessi, dove di lì a qualche ora sarebbe passato il corteo. Sì, va bene «è stata una giornata storica per la città». Il sindaco Vito Santarsiero ringrazia ufficialmente tutti – lo fa con una nota a conclusione della giornata – forze dell’ordine, vigili del fuoco, croce rossa, protezione civile, 118, Fal, Fs. E ancora altri. «E’ grazie a loro se migliaia di persone sono state accolte in città in modo sereno e tranquillo». E poi il grazie va a Libera «per la opportunità che è stata offerta alla città di Potenza di ospitare una grandiosa manifestazione e vivere una intensa giornata contro le mafie ed a favore di una nuova cultura della legalità». Adesso che la giornata sta pe chiudersi, lo può dire che non aveva chiuso occhio e che solo andando in sala operativa, di buon mattino, aveva cominciato a capire che «sì, era tutto sotto controllo». Nel centro operativo misto c’erano 11 monitor collegati a diverse telecamere dislocate in città: passo passo, tutto scorreva in video, traffico, manifestanti, le scorte, i lampeggianti, persino la signora con il passeggino che forse non era mai stata tanto libera di scorrazzare sulla carreggiata. Le preoccupazioni della città non preparata, non adeguata a simili afflussi, sembrano volati via con il corteo. E nessuno nega che tra alberghi pieni e consumazioni lo sforzo riceve anche un ritorno economico per ristoratori e commercianti, non solo dell’area interessata dalla manifestazione, che pure ha richiesto un impegno «organizzativo ed economico notevole». Mica facile in tempi di casse vuote per gli enti locali. In tanti hanno accolto l’appello e approfittato per visitare il centro storico.
Allora grazie a tutti i potentini: «Perché c’erano in corteo – dice il sindaco – perché ne hanno accettato i riflessi logistici con responsabilità e perché hanno saputo accogliere gli ospiti secondo una nostra cultura antica». Qualche ora dopo, dopo aver macinato chilometri e condiviso il senso della testimonianza, quel caffè sembra decisamente rilassante.

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