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«La verifica annuale del piano di rientro della regione Calabria per l’anno 2010 ha esito negativo». E’ quanto emerge dal verbale delle riunioni di febbraio e marzo 2011 che hanno visto il commissario per l’attuazione del piano di rientro dal debito sanitario della Calabria, Giuseppe Scopelliti, a confronto con il Tavolo interministeriale Massicci e il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza. Dall’istruttoria effettuata dal Comitato e dal Tavolo Massicci (che ha il compito di verificare l’attuazione del piano di rientro) si arriva a concludere che «il processo di risanamento strutturale» della sanità «non appare consolidato», anche se per quanto riguarda la definizione delle reti «appare correttamente impostato in via generale».
La Calabria però, potrà accedere all’anticipazione di liquidità per coprire in parte il debito. L’anticipazione potrà ammontare fino a un massimo di 500 milioni di euro. Anche se non si esclude un ribasso della somma «in relazione all’andamento del tasso di interesse e alla copertura disposta dalla Regione». L’entità della copertura – da formalizzare con contratto di prestito trentennale – sarà valutata dal ministero dell’Economia «anche in considerazione del fatto che la gestione corrente risulta pesantemente gravata dagli oneri» determinati dai ritardi dei pagamenti che prospettano il «pericolo di compromissione dell’intero processo del pagamento del debito pregresso».
La Regione, intanto, in base a due leggi regionali (una del 2009 e una del 2011) ha individuato una quota di entrate in libera disponibilità: si tratta di una somma di 30 milioni relativa all’imposta regionale sulla benzina per autotrazione e alla tassa automobilistica regionale per la copertura del mutuo trentennale. Dunque, si fa leva sul gettito fiscale. E sempre a questo strumento si rimanda a proposito dell’entità del debito maturato dal primo gennaio 2006 al 31 dicembre 2010: si tratta di un disavanzo «non coperto» e «valutato in 1.046,983 milioni di euro», quindi poco più di un miliardo. Proprio alla luce di questo disavanzo, Tavolo Massicci e Comitato arrivano a concludere che «si prefigurano le condizioni per l’applicazione degli automatismi fiscali previsti dalla legislazione vigente, vale a dire l’ulteriore incremento delle aliquote fiscali di Irap e addizionale regionale Irpef per l’anno di imposta in corso, nelle misure rispettivamente di 0,15 e 0,30 punti».
Inoltre, stando così le cose, si prefigurano le condizioni per «l’applicazione del blocco automatico del turnover del personale del servizio sanitario regionale fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in corso».
A Roma si è discusso anche della richiesta della Regione di poter accedere ai Fondi Fas (i fondi per le aree sottoutilizzate) relativi ai programmi di interesse strategico in linea con delibera Cipe del 2009. La richiesta – avanzata per coprire in parte il debito – è stata esclusa perché, tenuto conto dello stato dell’arte per quanto riguarda il risanamento contabile della sanità, «in tali termini non si sono verificate le condizioni per l’erogazione».
Tavolo Massicci e Comitato hanno prospettato alla Regione una prossima riunione per discutere ancora del cronoprogramma degli interventi da mettere in campo.

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