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di MARIO DI DIO*
LA SALA della prima convention era stracolma. Persone provenienti da tutta Italia, tra cui noi della Basilicata e molti giovani, sono infatti arrivati a Roma per partecipare alla nascita del nuovo soggetto politico. Il primo appuntamento pubblico di un percorso iniziato al congresso dei Verdi del 2009, quando vinse la mozione di Bonelli contro lo scioglimento dei Verdi in Sinistra ecologia e libertà. L’obiettivo è creare una forza ecologista che possa tenere unito il Paese proponendo un “nuovo modello di sviluppo e di società”, cosi ha spiegato Bonelli. Un soggetto che possa rappresentare le istanze di chi si batte per la giustizia sociale e ambientale. Nella consapevolezza che i problemi ambientali e sociali sono globali e non solo nazionali. Un soggetto che si ispiri ai Verdi francesi e tedeschi, “né di destra né di sinistra; né su quella comunista né su quella capitalista, che parta dal basso e parli a tutti i cittadini. Spesso i moderati di destra sono più radicali di molti uomini di sinistra del tutto conservatori. Insomma la sala è gremita di uomini e donne che, nel caotico e difficile mondo in cui viviamo, cominciano per fortuna a capire alcune cose. Abbiamo capito che la civiltà degli uomini è dovuta a un consenso geologico temporaneo, soggetto a essere ritirato senza alcun preavviso. E abbiamo anche capito che non basta costruire bene per resistere ad alcuni eventi naturali che poi diventano catastrofi solo per colpa nostra. E abbiamo finalmente capito che non c’è un uso pacifico dell’energia nucleare, ma solo un uso pericoloso. Ma, mentre l’Europa intera è percorsa da una scossa ecologista che mette in crisi il vecchio sistema dei partiti, l’Italia non sembra avvertire il cambiamento. Eppure nessun Paese come il nostro è divorato dal cemento e dall’asfalto, nessuno è altrettanto dimentico della propria originaria natura incontaminata, ignorante dei principi scientifici basilari e soggetto all’odio di parte. E l’Italia è ancora il paese degli inceneritori inutili, delle coste mangiate dall’abusivismo, dell’illegalità ambientale diffusa, etc. L’interesse, la malafede e la mancanza di cultura sono alla base di questa lacuna tutta italiana, assieme, però, numerosi errori del fronte progressista e dalla vecchia tradizione di militanza verde e dell’associazionismo del nostro Paese. Ciononostante l’Italia possiede competenze , energie e motivazioni che valgono ideali collettivi. Possiede donne e uomini che hanno a cuore un interesse più vasto di quello del proprio pianerottolo, gente che sente come una violenza la privazione del passaggio e soffre per l’incapacità di guardare oltre, di darsi una nuova frontiera. A queste donne e uomini, cui non fanno difetto né l’intelligenza né l’ottimismo, si rivolge il nuovo Movimento Ecologista Italiano che, fuori dai partiti tradizionali, chiama a raccolta trasversalmente tutti coloro che hanno a cuore il paese come parte del pianeta Terra e non ne possono più di barattare i valori con in prezzi. Un movimento con una forte radice scientifica, fatto di gente informata che pensa che il futuro debba essere animato da una nuova cultura, prima ancora che da nuove tecnologie. Un movimento di cui non ci sarebbe stata alcun bisogno se l’Italia fosse stato un Paese normale, ma di cui c’è, invece, forte necessità vista la gravità della crisi ambientale e la povertà della soluzioni proposte. Per una non più rinviabile riconversione ecologica della Penisola, (sociale, economica, culturale, del lavoro, della scuola, della agricoltura, etc.) per una visione globale e laica della società futura, per un pianeta in cui abbia di nuovo significato vivere in armonia. Ecco perché come Verdi della Basilicata daremo il nostro contributo a far nascere questo nuovo soggetto politico. Per noi verdi è un dovere morale a cui non vogliamo sottrarci.

*Verdi per la Costituente
ecologista lucana

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