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REGGIO CALABRIA
Il centrodestra si aggiudica prima il Comune e poi anche Palazzo Foti.
Giuseppe Raffa (Pdl) dunque è il nuovo presidente della Provincia di Reggio Calabria, con 89.932 voti (52,66%). Una delle nove province che in Italia andava al voto per cambiare consiglio e presidente (tra le sei al ballottaggio) e che, al secondo turno cambia colore politico dopo i cinque anni della guida di Giuseppe Morabito, l’uscente del centrosinistra che si è riproposto (alla guida di una coalizione che vedeva il Pd, Mpa-Psi, Pdci, Prc e due civiche) e che si è fermato a 80.817 voti (47,33%). Quasi diecimila voti di differenza che l’uscente addebita «a quel piccolo gruppo di mercenari che nel giro di pochissimo tempo hanno abbandonato la mia maggioranza per cercare posti e poltrone». Il riferimento, confermato dalla lettura del voto nei 24 collegi di cui si compone la Provincia, è a tutti quei consiglieri della sua maggioranza che alla vigilia del voto hanno preso valige e voti personali per migrare verso altri partiti.
Entusiamo alle stelle per Raffa che parla di una vittoria del Pdl, «della mia squadra che ha affrontato la campagna elettorale dialogando con la gente». Anche se alla festa improvvisata presso la sua segreteria mancavano tutti i suoi ex consiglieri comunali (tranne Falcomatà, Berna e Pizzimenti), Raffa si è poi rivolto anche a chi non lo ha votato assicurando che “sarò il Presidente di tutti gli abitanti della provincia di Reggio Calabria”.
Il neo presidente ha poi spiegato l’ingrediente che lo ha portato a raggiungere il risultato agognato: «In questi ultimi quindici giorni – ha aggiunto Raffa – ho avuto la possibilità di conoscere le problematiche del territorio, sentire i bisogni della gente che deve recuperare il rapporto con la politica, accorciare quelle distanze di cui soffre questa terra».
COSENZA
Il Pdl vince anche a Cosenza virata a destra della Calabria viene confermata anche dal turno del ballottaggio con l’asse Pdl-Udc che consolida la tendenza del primo turno. Cosenza ha deciso di voltare pagina e ripartire da Mario Occhiuto, finito nei giorni scorsi al centro di una battaglia politica che a Cosenza non si vedeva da anni. Al primo turno, Occhiuto aveva ottenuto 19.480 voti, pari al 45,61%. Un discreto vantaggio su Paolini, che non era andato oltre gli 11.487 voti, pari al 26,89%, e mantenuto anche al ballottaggio, nonostante la forte flessione di votanti (55,43% contro il 73,25% del primo turno). I cosentini hanno creduto al nuovo corso tributando ad Occhiuto il 53% dei consensi. A sinistra si grida al complotto e al trasversalismo, ma forse le colpe della sconfitta bisognerebbe trovarle altrove, nelle divisioni politiche e personali. Mario Occhiuto, che non è un politico, si è presentato agli elettori con la sua storia di professionista, con le luci e le ombre di chi ha scelto in Calabria di cimentarsi nell’imprenditoria dove è inciampato anni fa. Non ha il piglio del “politico politicante” e in campagna elettorale i cosentini se ne sono accorti dandogli lo stesso fiducia. Il centrosinistra cosentino, invece, paga fino in fondo le contraddizioni e gli scontri tutti interni al Pd che inevitabilmente hanno trascinato tutto il centrosinistra alla sconfitta elettorale. “Sono soddisfatto per questo risultato epocale e straordinario, è stato un gioco di squadra. Sarò il Sindaco di tutti i cittadini di Cosenza” – ha dichiarato Occhiuto: “Bisogna sempre confrontarsi sui temi e sui contenuti, non sulla denigrazione dell’avversario. E’ quello che i cittadini hanno capito. Ringrazio tutti i dirigenti del Pdl e dell’Udc, da Casini a Scopelliti, da Cesa a Gentile, da Trematerra a tutti gli altri. Questo è un risultato straordinario che la città merita perchè merita un governo responsabile, sarò Sindaco di tutti, non solo di quelli che mi hanno votato, ma anche degli altri”.
Sul futuro di Cosenza, Occhiuto precisa di avere “un progetto di cambiamento radicale che si baserà soprattutto su una gestione più efficiente dei servizi pubblici urbani ma anche su una visione strategica del futuro della città”.
Nel pomeriggio di oggi alle 17.30 si terrà la proclamazione del Sindaco Occhiuto presso la Scuola Media “F.Gullo”, nei locali utilizzati dall’Ufficio centrale comunale per gli adempimenti elettorali. Fissata, invece, per domani pomeriggio alla stessa ora e nella stessa sede, la proclamazione dei consiglieri eletti
CROTONE
A Crotone, la candidata del centrodestra è stata bocciata nonostante le sue alleanze e Vallone ha corso da solo e ha vinto. E’ andata così al turno di ballottaggio per l’elezione del sindaco di Crotone ed il primo cittadino uscente ha puntato sull’autosufficienza della coalizione di centrosinistra. Dunque Crotone è rimasto, tra i capoluoghi di provincia, l’unico baluardo ancora in mano al centro sinistra in Calabria. Il sindaco uscente Peppino Vallone, infatti, ha stravinto il ballottaggio nella città pitagorica, distanziando di oltre 5 mila voti la sua rivale, la senatrice Dorina Bianchi. E’ stato un successo per certi versi imprevisto, almeno nelle proporzioni, anche perchè Vallone nel secondo turno, ha scelto di andare avanti senza fare apparentamenti e contando solo sull’unità delle forze del centro sinistra che lo hanno sostenuto. Scelta di coerenza che lo ha premiato, visto che ha ottenuto 16.501 voti, con una percentuale del 59,62% contro gli 11.272 voti raccolti dalla sua rivale, che si è fermata al 40,58%. Vallone, quindi, è stato confermato per un secondo mandato, visto che era stato eletto già al primo turno il 28 maggio 2006 con il 77,7% dei consensi. «Li abbiamo stracciati letteralmente» ha commentato Vallone subito dopo la notizia della sua riconferma dal palco di piazza della Resistenza, proprio accanto al Comune. «Vi ringrazio di cuore – ha proseguito Vallone – per la vostra straordinaria presenza ed ha dato appuntamento ai suoi sostenitori per le festa programmata per le 20,30. Vallone, poi, ha assegnato a questa sua schiacciante vittoria anche un significato che va ben oltre i meri confini comunali. «Crotone – ha detto ancora Vallone – ha colto il vento che sta soffiando in tutta Italia, come dimostrano anche i risultati di Napoli e Milano. La nostra vittoria – ha proseguito Vallone – è una sconfitta per Berlusconi ed il suo governo, che in questi ultimi tempi ha portato qui molti suoi rappresentanti, con il premier in testa».

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